Alberto Pasolini Zanelli
da Washington
Michael Hayden è «luomo giusto al momento giusto». Lo dice George Bush, repubblicano, presidente degli Stati Uniti. «Michael Hayden è luomo sbagliato nel posto sbagliato nel momento sbagliato». Lo dice Peter Hoekstra, repubblicano, presidente della commissione della Camera sullIntelligence. Sono le prime avvisaglie delle difficoltà che potrebbe incontrare la ratifica da parte del Congresso della nomina, formalizzata ieri, del generale Hayden a nuovo capo della Cia dopo le «dimissioni» forzate di Poter Goss. Seguite, ieri, secondo Msnbc, da quelle del direttore esecutivo Kyle «Dusty» Foggo, numero tre della Cia. La scelta di Bush era stata preannunciata da una serie di «indiscrezioni» controllate, le ostilità erano venute subito in luce, ma il capo della Casa Bianca ha deciso, senza realmente sorprendere nessuno, di andare avanti, perché se avesse esitato o, peggio ancora, cambiato candidato avrebbe rischiato di perdere credibilità, peggio ancora ai suoi occhi di intaccare la fama di decisionista che è stata il principale atout della sua carriera, come governatore del Texas e poi come presidente.
È inoltre assodato che la nomina di Hayden è venuta prima e non dopo le dimissioni di Goss. Questultimo vi è stato in realtà spinto, se non proprio obbligato, e la fine del suo mandato alla Cia è stata sigillata in una riunione alla Casa Bianca cui hanno partecipato, oltre a Bush, John Negroponte, il nuovo supervisore dellinsieme dei servizi dinformazione Usa cui Goss non accettava di essere subordinato, e, appunto, Hayden. Così, mentre Goss continua a rifiutarsi di confermare di essersi dimesso, ma anche di rivelare i veri motivi del suo licenziamento trincerandosi dietro una frase enigmatica («è un mistero») e mentre circolano, o vengono messe in circolazione, voci di scandaletti in cui egli potrebbe essere stato coinvolto (gioco dazzardo e donne), la Casa Bianca ha salutato il suo successore in termini molto calorosi.
«Michael Hayden - ha detto Bush - è eccezionalmente qualificato per la posizione in questo momento critico. Egli conosce il funzionamento del nostro sistema dinformazione dalle fondamenta fino al tetto. Le ha raccolte, le ha elaborate, le ha messe in opera. Ha dimostrato una grande abilità nelladattare i servizi dintelligence alle nuove sfide della guerra al terrore». Altrettanto caldi gli elogi di Negroponte, del resto attesi perché lex ambasciatore in Irak è stato uno dei sostenitori della nomina, forse assieme al ministro della Difesa Rumsfeld. Una caratteristica che lo qualifica ancora più nettamente è che Hayden pare non intenda togliersi luniforme nellassumere il nuovo incarico, cosicché cè chi avanza riserve su quale sia la vera «catena di comando» a Washington. Questo è uno dei motivi per cui la ratifica in Congresso potrebbe essere più difficile o almeno più lunga del solito.
È vero che a decidere sarà il Senato e non la Camera, ma anche nellaltro ramo del Parlamento ci sono i suoi critici, sia fra i democratici, sia fra i repubblicani, a cominciare dal senatore Arlen Specter, presidente della commissione Giustizia, che probabilmente «torchierà» Hayden per avere maggiori dettagli sulla struttura e i programmi della nuova Cia, in contrasto con la prevista riluttanza di Hayden a raccontare troppi «segreti». Le domande più «cattive» dovrebbero riferirsi a tre aspetti dellopera futura della Cia. Il primo, cui si è accennato, sono i rapporti con il Pentagono. Molti legislatori di Washington temono una subordinazione della prima al secondo, che agevolerebbe quel fenomeno di «militarizzazione dellAmerica», iniziato con la legislazione antiterroristica.
Il secondo punto controverso è più «tecnico». Riguarda la predilezione di Rumsfeld e di Hayden per gli strumenti ad alta tecnologia rispetto a quelli tradizionali. Il nuovo capo della Cia è un entusiasta dellintelligence elettronica. I critici puntano il dito proprio sulle lacune di questo approccio che sarebbero venute alla luce sia nella mancata prevenzione dellassalto di Al Qaida allAmerica, sia nella valutazione delle prospettive militari in Irak e, a quanto sta emergendo oggi, anche in Afghanistan.
Hayden è stato infine coinvolto più o meno direttamente in due grandi controversie: quella della rete di spionaggio internazionale Echelon e il sistema dintercettazioni messo in piedi da Bush subito dopo la strage delle Torri Gemelle, in possibile violazione delle garanzie costituzionali.
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