(...) di Carabinieri, Don Matteo, Il commissario Montalbano, Distretto di Polizia, Ris, Il Maresciallo Rocca, Il capitano (lunico sulla Finanza, quello con Preziosi), La Omicidi e anche qualche episodio di Sospetti. Nessuno è perfetto...
Comunque la mia passione fa a pugni con quella di mio marito che preferisce i film di guerra e oltretutto, visto che è un ufficiale dei carabinieri, tenta sorridente (ma inutilmente) di dissuadermi: «... Monica, scusa, ma io vedo divise tutto il giorno...». Così martedì sera, puntuali ci piazziamo davanti alla tv: curiosi di vedere Genova e certi che un cast come quello di «48 ore» ci straconvincerà. Parliamo di belli e bravi come Claudio Amendola, Massimo Poggi, Adriano Giannini e di unattrice che non ha bisogno di aggettivi: Claudia Gerini. Ma, dopo un po, dico la verità, mi viene sonno. E qualcuno, sornione, non mi risparmia unocchiata del tipo: te lavevo detto.... Sia chiaro, parlo da telespettatrice, il mio parere non conta nulla. Può darsi, però, che altri come me apprezzino alcune immagini di Genova (vedi la Sopraelevata di notte anche se intasata) e i carruggi più puliti del solito, le immagini di Questura e Palazzo di Giustizia (il mio vicino di divano chiosa: «mi sembra di essere a lavorare...») e una visita virtuale del porto che sfido chiunque ad aver mai fatto. Può darsi anche però che il ritmo fin troppo serrato che non concede quasi nulla (per il momento) al privato dei personaggi, le immagini cupe, ma soprattutto la totale mancanza di qualunque momento ironico o umoristico che da sempre ha premiato con grandi consensi di pubblico i telefilm polizieschi abbia stancato un po di spettatori medi, tipo me. Quelli dai gusti non troppo sanguinari. Quelli che non cercano solo il lieto fine, ma se cè... Quelli che il telegiornale lhanno già visto prima.
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