Massimiliano Scafi
da Roma
Non parlategli di toto-Quirinale. «Voglio solo finire il settennato, rispettando il giuramento che ho fatto il 18 maggio 1999». Non chiedetegli se vuole fare il bis. «Posso solo dire questo: la mia unica aspirazione è quella di portare a termine il mio mandato con dignità. E voi sapete quale significato io attribuisca al termine dignità». Non sperate insomma che sia proprio Carlo Azeglio Ciampi ad autocandidarsi per un secondo giro sul Colle. Perché «dignità», come la intende in questo caso il capo dello Stato, vuol dire continuare a fare larbitro senza farsi coinvolgere nella partita, coltivare «linteresse generale» e non quello di parte, avere «gli italiani come stella polare» e non cambiare rotta per ingraziarsi dei potenziali grandi elettori. Dunque, non tiratelo per la giacca, dice in sostanza il presidente da Istanbul: restano sei mesi di lavoro, ci sono delle leggi delicate che arriveranno al vaglio del Quirinale e io non posso certo consentire tentativi di condizionamento, da una parte o dallaltra.
Così, dalla Turchia dovè in visita ufficiale, Ciampi cerca di stroncare sul nascere il dibattito-tormentone sulla sua rielezione. Che lui sotto sotto ci speri, o che realmente voglia solo completare il settennato, non è dato sapere. Quello che conta però è che ufficialmente, adesso, si tolga dalla corsa, un passo che considera necessario per continuare a svolgere con equilibrio il suo ruolo di garante. Per questo nei giorni scorsi il capo dello Stato è rimasto «molto infastidito» dopo che Gianfranco Fini aveva lanciato la sua candidatura, idea accolta con entusiasmo da alcuni settori del centrosinistra, ed ha invece «apprezzato» gli interventi di Silvio Berlusconi e di Piero Fassino che giudicavano la proposta del ministro degli Esteri intempestiva.
A Roma il mondo politico prende atto delle parole del presidente. «Ciampi dice solitamente cose sagge - commenta Pierferdinando Casini - e mi sembra abbia espresso una posizione di autorevolezza morale e di grande dignità». «Il capo dello Stato - nota Giuseppe Pisanu - ha detto di avere una sola aspirazione, di concludere il mandato con dignità. Più chiaro di così...». Mario Landolfi, ministro delle Comunicazioni, esclude che Ciampi abbia voluto replicare a Fini: «È evidente che ha voluto ribadire il fatto di considerarsi nel pieno delle sue prerogative fino al termine del suo incarico». E per Marco Follini «la dignità di Ciampi sta nel modo con cui esercita il suo mandato e di tenersi lontano da interessi di parte, mentre la politica non sempre è capace di altrettanta dignità».
Prudente Romano Prodi, anche lui in lizza per il Colle: «Non voglio commentare le ipotesi di un secondo incarico. E poi, non vorremmo tutti completare con dignità il nostro mestiere?». Secondo Luciano Violante «sì è sbagliato a trascinare il presidente, che si è dimostrato ancora una volta la massima autorità istituzionale e morale del Paese, in questa discussione». Ciampi, sostiene il capogruppo ds alla Camera, «continuerà con la stessa intransigenza e lo stesso rigore a fare quello che ha fatto finora». Per Armando Cossutta, ha dimostrato «grande forza morale». Franco Monaco, Margherita, attacca la Cdl: «Dalle frasi del capo dello Stato traspare un certo fastidio verso opache manovre e giochi tattici che hanno a che fare con la competizione interna del centrodestra».
Ma il dibattito sul Ciampi bis, nonostante tutto, prosegue.
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