Massimiliano Scafi
da Roma
Offeso? Irritato? Arrabbiato? Ma no, sbuffa, «sono cose che succedono». Innervosito? Nemmeno. «In Parlamento le interruzioni non sono certo una novità», dice sorridendo mentre esce dallemiciclo. Turbato dallincidente? Neanche questo: applaudito a lungo in aula, omaggiato dal presidente dellassemblea Josep Borrell e dal presidente della Commissione José Barroso, festeggiato e incoraggiato dagli eurodeputati italiani, Carlo Azeglio Ciampi appare davvero di ottimo umore mentre sinfila nella berlina e sparisce verso laeroporto. La contestazione leghista, spiega a chi lo avvicina prima di lasciare Strasburgo, al di là dei modi, fa comunque parte della «dialettica politica».
Sorpreso? Quello forse sì, anche perché stavolta aveva preparato un discorso meno euroentusiasta del solito, più euroscettico del consueto. Ma i parlamentari del Carroccio ne ascoltano solo una parte, quella in cui Ciampi esalta i meriti della moneta unica: «I benefici tangibili - dice - sono sotto gli occhi di tutti. Difesa dagli squilibri sul mercato dei cambi, bassi tassi di interesse, rafforzamento della competitività in quei Paesi che hanno adottato politiche virtuose». Basta e avanza per far scattare, a mezzogiorno e mezzo, la rumorosa protesta di Speroni, Borghezio e Salvini. Il capo dello Stato è interdetto, sgrana gli occhi perplesso e li punta verso i banchi della Lega. È solo un attimo, poi riconquista laplomb, aspetta pazientemente che i tumulti finiscano e ricomincia a parlare.
Lassemblea applaude, scoppia un caso politico e dallItalia arriva subito la solidarietà di tutti. I leghisti continuano a fare chiasso nei corridoi, eppure nel discorso di Ciampi non cè solo una difesa dufficio delleuro, che definisce «la forza trainante nel processo di integrazione e la manifestazione più avanzata della volontà unitaria dei nostri popoli». Cè pure un forte avviso ai naviganti. «I positivi effetti della moneta unica - ammonisce - continueranno a manifestarsi con difficoltà se mancherà una gestione coordinata dei bilanci nazionali, un ordinamento delle politiche economiche dei singoli Stati, un fondo comune per le infrastrutture e il rilancio dellimpegno europeo nei grandi programmi comuni. I benefici delleuro sono evidenti, però non possiamo accontentarci più a lungo di questa situazione». Bce e Maastricht non bastano. «Il confermato, giusto, rigore del Patto di stabilità non è di per sè garanzia di crescita, se perdura linerzia. LEuropa che ha inventato il Welfare State ha bisogno di coesione sociale. Non possiamo tollerare che perdurino vistose disparità di tenore di vita tra i territori della Ue».
LEuropa insomma «non può essere solo una zona economica di libero scambio, ma un organismo politico, una terra di diritti». Dopo il doppio no referendario, insiste, «il Trattato di Roma è diventato il capro espiatorio». Però il problema esiste: «Cè un malessere diffuso che riguarda le istituzioni centrali e i governi nazionali. Sta al Parlamento rispondere alle richieste dei cittadini di maggiore democrazia e governabilità». Cè «un patrimonio da non disperdere», magari da accrescere arrivando a un seggio unico Ue al Palazzo di vetro. «Insieme potremo incidere sugli equilibri internazionali, da soli saremmo in balia di eventi più grandi di noi».
Applausi, strette di mano e le scuse ufficiali di Borrell: «Certi atti non rappresentano assolutamente la maggioranza del Parlamento. Mi auguro anzi che le parole del presidente Ciampi siano ascoltate anche fuori dallemiciclo».
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