
Dopo le avvisaglie dei giorni scorsi, la protesta dei manifestanti Pro-Palestina è esplosa con tutto il suo fragore alla Vuelta. Nel corso dell'undicesima tappa, la Bilbao-Bilbao di 157 km, un gruppo di attivisti che contestava la presenza della Israel Premier Tech. All'inizio della frazione, lungo la spianata di San Mames, il gruppo ha interrotto temporaneamente la tappa, costringendo gli ufficiali di gara a scendere dai loro veicoli per disperdere il raduno. Dopo circa cinque minuti, la strada è stata sgomberata e il gruppo dei corridori ha ripreso il suo percorso. All'arrivo però i manifestanti hanno bloccato il traguardo e i tempi per la classifica generale sono stati così presi a 3 km dalla fine e non c'è stato un vincitore di tappa.
È la terza volta che in pochi giorni, la corsa a tappe spagnola viene interessata dalle proteste di manifestanti. Era già successo nella cronosquadre, quando proprio la Israel-Premier Tech, la formazione israeliana obbiettivo delle proteste dei manifestanti, era stata costretta a rallentare e poi bloccarsi per un attimo a causa di un gruppo di contestatori con uno striscione e alcune bandiere palestinesi che ha occupato la carreggiata e non permesso loro di passare. Dopo quell'episodio, gli organizzatori hanno deciso di adottare misure drastiche nei giorni scorsi: durante la nona tappa di domenica, conclusa a Cerler, e nella tappa prima a Saragozza, le immagini televisive hanno mostrato un addetto alla sicurezza rimuovere bandiere palestinesi e ogni riferimento a Gaza esposto dai tifosi lungo il percorso.
El mayor boicot al deporte israelí por el genocidio en Gaza ha ocurrido en España. Durante la Vuelta Ciclista.
— Noa Gresiva (@NoaGresiva) September 3, 2025
Queda escrito en la historia que el pueblo español no aceptó la barbarie. Orgullo infinito. pic.twitter.com/yTEHtXeuQQ
Un’azione che testimonia l'intenzione di Aso, società che gestisce la Vuelta, di evitare qualsiasi forma di contestazione visibile contro Israele durante il passaggio dei corridori. Le contromosse però sono state inutili: dopo il giorno di riposo di lunedì, già ieri i manifestanti pro-Pal hanno proseguito la loro protesta: durante la tappa si sono viste una marea di bandiere palestinesi, mentre alcuni hanno anche invaso la carreggiata al passaggio dei ciclisti, facendone cadere un paio di corridori. Nessuna forma di protesta però aveva raggiunto il livello odierno.
Difficile a memoria ricordare che una gara di ciclismo venga neutralizzata prima dell’arrivo, se non per condizioni meteorologiche estreme. Insomma con un livello di tensione così alto, sarà necessario garantire un sereno svolgimento della manifestazione.
A questo scopo oggi si è mosso anche il CPA, il sindacato internazionale dei corridori: "Chiediamo alle forze di sicurezza spagnole di fare tutto ciò che è in loro potere per assicurare uno svolgimento sicuro della corsa e proteggere i corridori: occorrono professionalità e reattività per mantenere la Vuelta una competizione sportiva e non farla diventare sede di inutili rischi".