Nel ventesimo anniversario del massacro di Tienanmen, compiuto dallesercito cinese nella notte tra il 3 e il 4 giugno 1989, la Cina si chiude nel silenzio ufficiale, serra laccesso alla storica piazza, aumenta la censura su Internet e rafforza le restrizioni sugli attivisti. Il mausoleo del presidente Mao, il fondatore della Repubblica Popolare Cinese, è stato chiuso «per lavori».
La censura, già invadente in condizioni normali, è intervenuta pesantemente per limitare la circolazione delle informazioni su Internet. Il popolare blog di Ai Wei Wei, lartista che ha disegnato il nuovo stadio olimpico di Pechino, è stato bloccato, così come il microblogging Twitter, la rete di comunicazione largamente usata degli internauti cinesi (censure che si sommano alle numerose restrizioni a cui già sono soggetti gli utenti cinesi del web, i quali non possono entrare in Youtube, Blogspot e Wordpress). Pechino ha deciso di chiudere anche laccesso al server fotografico Flickr di Yahoo. La Microsoft ha denunciato il blocco del suo sistema di posta elettronica Hotmail, fermo da ieri in tutta la Cina. Si ritiene che lintervento sia dovuto alla diffusione sulla rete delle memorie di Zhao Ziyang, il leader comunista silurato nel 1989 per essersi opposto al massacro. Le memorie di Zhao, morto nel 2005 dopo aver trascorso 16 anni agli arresti domiciliari, sono state pubblicate ad Hong Kong in cinese ed inglese e sono state immediatamente vietate in Cina.
Secondo il gruppo umanitario Dui Hua (Dialogo), unorganizzazione che ha base negli Usa e si occupa dei detenuti politici cinesi, una trentina di persone sono ancora in prigione per i fatti del 1989. Chi, dei ragazzi di allora, è libero, vive sotto stretto controllo. Uno dei più noti dissidenti, Qi Zhiyong, che perse la gamba sinistra nel 1989 ed è sotto costante sorveglianza della polizia, ha inviato un sms allagenzia France Press per far sapere di essere stato costretto a salire su unauto per essere portato via da Pechino. Da quel momento tutte le chiamate al telefonino di Qi, 53 anni, a cui era stato chiesto nei giorni scorsi di lasciare la capitale, sono andate a vuoto.
Impossibile poter rientrare, invece, per i contestatori dell89 che si sono rifugiati allestero. Uno dei leader della protesta di piazza Tienanmen del 1989, il numero due nella lista dei ricercati stilata dai servizi cinesi, Wuer Kaixi, è stato respinto oggi alla frontiera dalle autorità di Macao.
Reporters sans frontières ha ricordato che «il black out sullinformazione è stato così efficace per 20 anni che la gran parte dei giovani cinesi sono del tutto ignari di quel che accadde quella notte».