Si va facendo più serrata la lotta della Cina allinflazione. Pechino ha deciso ieri unaltra stretta sui tassi, la terza dallo scorso ottobre, con un intervento che per la prima volta riguarda le scadenze a un anno e segnala quindi la volontà di contenere la liquidità in circolazione. Nel 2010 i prezzi al consumo sono cresciuti nellex Impero Celeste del 3,3%, un livello che rischia però questanno di essere nettamente superato. Secondo le stime della banca daffari Goldman Sachs, in gennaio linflazione cinese potrebbe avere superato il 5,3% dal 4,6% di dicembre. Il problema principale riguarda i rincari dei generi alimentari, in particolare quelli che costituiscono gli ingredienti principali dellalimentazione cinese. Nei mesi scorsi, il governo aveva infatti ipotizzato di introdurre i prezzi amministrati proprio per evitare pericolose tensioni sociali.
I ripetuti giri di vite al credito hanno peraltro implicazioni non solo sulle dinamiche inflazionistiche, ma sullintera economia. Da un lato, le strette agiscono sul versante valutario: lo yuan, in base alle valutazioni di alcuni economisti, potrebbe rafforzarsi entro fine anno di oltre il 6%; dallaltro, laumento del costo del denaro rischia di provocare un rallentamento delle crescita economica del Dragone dopo il +10,3% ottenuto nel 2010.
Da tempo, lEuropa guarda con un certo timore alla possibile decelerazione cinese. In particolare, settori come quello automobilistico già devono fare i conti con le misure anti-inquinamento prese dalla giunta di Pechino, città da oltre 20 milioni di abitanti e dunque sorta di Eldorado per i gruppi mondiali delle quattro ruote. Non è certo una buona notizia per la Germania, peraltro alle prese con la seconda contrazione in tre mesi della produzione industriale, scesa in dicembre dell1,5%. Su base annua la produzione è ancora forte (+10%), e ciò ha contribuito ieri a mantenere tonico leuro (a 1,3656 dollari), ma questanno i tedeschi non riusciranno a ripetere la performance del 2010, quando il Pil era salito del 3,6%. Il ministro tedesco dellEconomia, Rainer Bruederle prevede infatti che leconomia crescerà più del 2%.
Sale intanto lattesa per il vertice straordinario europeo incaricato di trovare soluzioni alla crisi del debito sovrano. Lappuntamento è comunque slittato all11 marzo rispetto al giorno 4 indicato inizialmente. «UnEuropa stabile è un bene per noi ma è un bene anche per tutto il Mediterraneo», ha detto ieri il ministro dellEconomia, Giulio Tremonti, in un messaggio indirizzato a Israele.
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