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Cina La «diga della morte» provocò il terremoto del Sichuan

Prima quell’immensa diga, i fiumi deviati, le montagne abbattute, i villaggi spostati nell’indifferenza di un governo sordo e prepotente. Poi le avvisaglie, i tremori delle viscere, gli allarmi inascoltati. Alla fine il cataclisma, le 80mila vittime innocenti e una verità che, lentamente, viene a galla. Sembra la trama di un film catastrofico anni Settanta, ma nella Cina del 21° secolo è tragica realtà. A sceneggiarla, o meglio a rivelarla, ci stanno pensando gli scienziati americani e cinesi convinti che il terremoto di nove mesi fa nella provincia del Sichuan sia la conseguenza dalla costruzione di una diga in prossimità di una falda sismica.
Il primo a presentare uno studio dettagliato all’Unione Geofisica Americana è stato, a dicembre, il professor Christian Klose della Columbia University. Secondo Klose il sisma è stato innescato dalla pressione di 320 milioni di tonnellate d’acqua riversate nel lago artificiale di Zipingpu scavato a un chilometro dalla falda sismica. Il professor Leonard Seeber, della stessa Columbia University, avalla la tesi del collega sostenendo che una simile quantità d’acqua può scatenare un sisma destinato normalmente a verificarsi dopo qualche secolo. «Tutto sarebbe successo ugualmente fra qualche centinaio d’anni, ma per chi ne subisce le conseguenze l’anticipazione fa la differenza» nota Seeber ricordando il precedente della diga di Koyna responsabile, nel 1967, di uno scossone costato la vita a 180 abitanti di una remota regione indiana.
Lo studio americano, secondo il New York Times, comproverebbe gli allarmi lanciati da scienziati e tecnici cinesi prima e durante la costruzione della diga. Già nel 2001, secondo il sito ambientalista “Dialogo cinese”, un tecnico di nome Li Youcai accusò i funzionari governativi di sottostimare i rischi di un sisma. Dopo il riempimento del bacino idrico gli stessi funzionari ignorarono anche gli avvertimenti del capo ingegnere Fan Xiao, un perito dell’Ufficio geologico minerario di Sichuan che tra il 2004 e il 2005 segnalò circa 730 microterremoti. Quelle scosse d’avvertimento, secondo la ricerca della Columbia University, erano la conseguenza di una pressione idrica sulla falda sismica capace di moltiplicare di 25 volte il rischio terremoto.


Alta come un palazzo di 50 piani e capace d’imbrigliare un miliardo di metri cubi d’acqua, la diga dell’apocalisse era costata oltre 600 milioni d’euro e doveva irrigare le regioni meridionali e orientali garantendo 760mila kilowatt di energia elettrica e risorse idriche alle industrie e ai 10 milioni di abitanti della vicina città di Chengdu.

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