Cina, Olimpiadi record Pronto il palazzo più grande del mondo

Il nuovo terminal dell’aeroporto di Pechino è lungo 3 chilometri: ogni anno ci passeranno in 85 milioni

I turisti che quest’estate sbarcheranno a Pechino per assistere ai Giochi Olimpici saranno accolti a suon di record. Ma non stiamo parlando delle prestazioni degli atleti. Da primato saranno - già lo sono - le dimensioni del nuovo terminal, che servirà un aeroporto colossale facendolo diventare a sua volta il più grande del mondo, ma anche assolutamente moderno. Qualcosa di molto diverso dai vecchi, polverosi scali cinesi costruiti in stile sovietico. Qualcosa che lo metterà in competizione con gli altri quattro maggiori aeroscali del mondo: Chicago O’Hare e Atlanta negli Stati Uniti, Tokyo Haneda in Giappone e il londinese Heathrow, il più grande d’Europa.
Il Terminal 3 dell’aeroporto di Pechino è un edificio lungo tre chilometri dalla forma stilizzata di dragone, un simbolo di forza e di buon augurio in Cina. Lo ha disegnato un celebre architetto inglese, Lord Norman Foster, già celebre tra l’altro per aver rimodernato il vetusto e obsoleto edificio del Reichstag a Berlino, restituendolo alla funzione di Parlamento. E così come grazie a un’audace cupola trasparente il Reichstag ha simbolicamente proiettato la vecchia capitale imperiale tedesca oltre il capitolo della sua divisione, il Terminal 3 dell’aeroporto di Pechino è stato pensato da Foster per incarnare lo spirito della Cina del XXI secolo.
I numeri dell’edificio più grande del mondo fanno girare la testa. È lungo - come si è detto - tre chilometri: più dei cinque terminal di Heathrow messi insieme, notoriamente sterminati. Copre una superficie equivalente a 235 campi regolamentari da calcio. Accessibile da 120 aerei contemporaneamente, dispone di 447 ascensori e scale mobili e può movimentare, grazie a oltre 25 chilometri di nastri trasportatori, 19mila bagagli l’ora entro un tempo di cinque minuti dall’apertura delle stive degli aeromobili. Per realizzarlo hanno lavorato per quattro anni più di 50mila persone, a un costo di due miliardi di euro per il solo edificio, che saliranno a tre quando tutte le infrastrutture e i servizi connessi (basti pensare ai 64 ristoranti e agli 84 negozi) saranno stati realizzati.
Lo sforzo compiuto all’aeroporto di Pechino guarda oltre la scadenza olimpica, che è in realtà un punto di partenza. L’obiettivo è di fare della capitale cinese la principale destinazione turistica mondiale da qui al 2020. Il nuovo terminal dà una grossa mano, portando la capacità dello scalo da 35 a 85 milioni l’anno. Ma già nel 2015 si ritiene che questo colosso dovrebbe aver raggiunto il massimo della sua potenzialità. Si ovvierà potenziando quella dell’intera rete nazionale: entro il 2020 i piani del governo prevedono la costruzione di 97 nuovi aeroporti, che porteranno il totale a 239. Di questi, 13 dovranno sopportare un traffico di 30 milioni di passeggeri l’anno.
I voli cominceranno a fare capo al nuovo terminal di Pechino da domani, dando il via a un processo di trasferimento graduale che richiederà un mese.

Non sono questi gli unici trasferimenti che hanno interessato l’area. Gli abitanti di ben dieci villaggi sono stati trasferiti senza tante cerimonie per fare spazio al mostro a forma di dragone. Ma è dai tempi della Grande Muraglia che in Cina si fa così.

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