Cineforum e reggae nelle case dei bancari

Cineforum e reggae nelle case dei bancari

Dopo gli arresti all’ex scuola Otto Marzo per il racket delle okkupazioni, a Roma potrebbero riprendere gli sgomberi. In prima fila stabili e locali privati: l’Horus di piazza Sempione, via de Lollis, via dei Volsci. A corso d’Italia gli okkupanti del palazzo Inpdap sono già pronti alle barricate, al portone hanno attaccato un manifesto: «Ci volete sotto i ponti, ci vedrete sopra i tetti!». Ma la vicenda più eclatante resta quella del palazzo di viale Carlo Felice, 69, fra San Giovanni e Porta Maggiore, di proprietà della Banca d’Italia, che lo avrebbe destinato ad alloggio dei dipendenti, molti dei quali provengono da altre parti d’Italia. Peccato che qualcuno la casa gliel’ha soffiata da sotto il naso. L’edificio infatti dal 12 luglio 2004 è okkupato da un piccolo gruppo dell’ultrasinistra, dal nome Sans Papiers. Letteralmente «senza documenti», di fatto «senza regole». Un pugno di persone, costola di Action, che tengono in scacco da cinque anni il primo istituto di credito d’Italia. Una storia incredibile. Un giallo. Denunce, esposti, finora sono rimasti lettera morta, ignorati dalle autorità, in fondo a qualche cassetto. Ed è proprio Palazzo Koch a raccontare al Giornale i particolari.
«In seguito al progressivo, grave deterioramento delle strutture, si era reso necessario un intervento di radicale consolidamento dell’immobile - spiegano da via Nazionale -. E quindi la Banca aveva provveduto a liberare lo stabile da tutti gli inquilini. I centri sociali, però, avvertiti che dentro non c’era nessuno, un bel giorno hanno scavalcato i presidi di vigilanza e occupato il fabbricato. Quando ci hanno avvertiti, era troppo tardi». Visto inutile il tentativo di sloggiare con le buone gli okkupanti, Bankitalia non perdeva tempo, e passava alle denunce. Al commissariato Esquilino, al sindaco di Roma, alla Procura della Repubblica, al Prefetto. Reazioni? Il sindaco il 13 ottobre 2004 emetteva un’ordinanza con la quale imponeva alla Banca e agli uffici competenti lo sgombero dello stabile «per motivi contingibili e urgenti di pericolo per la pubblica incolumità». Sugli altri fronti, silenzio. «A quel punto per adempiere all’ordinanza abbiamo rinnovato le denunce a tutte le autorità, compreso il comando provinciale dei Vigili del fuoco - racconta Bankitalia - La vigilanza privata preposta alla perlustrazione all’esterno ci aveva segnalato anche rischi di incendio». Denunciato anche quello. Tutto inutile. Nel gennaio 2007, il Prefetto Serra finalmente deliberava lo sgombero. Sembrava fatta. Ma l’ordinanza rimaneva lettera morta. Nel novembre 2007 nuova denuncia, questa volta al prefetto Mosca, e un’altra alla Questura. Ignorate entrambe. Nel luglio 2009 la Banca d’Italia ha sollecitato un intervento al Prefetto Giuseppe Pecoraro. «Non conosciamo i motivi per cui finora nessuno è intervenuto - spiegano da via Nazionale - Sappiamo solo che lo stabile già cinque anni fa era pericolante. C’è in gioco l’incolumità delle persone». Anche perché, rimarca Bankitalia, « il centro sociale dentro organizza spettacoli a pagamento, con ingresso aperto al pubblico e conseguente aumento dei rischi.

Abbiamo appurato ciò con assoluta certezza e denunciato anche questo». Basta andare sul sito sanspapiers.oziosi.org, per trovare gli appuntamenti: cineforum, acid jazz, dance reggae, mostre, spettacoli. Su alcune locandine, bene stampato il prezzo del biglietto.

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