Il cinema di Bollywood e la Borsa: i simboli più odiati dagli integralisti musulmani

Per l’India la data di ieri sarà ricordata come l’11 settembre dello stato asiatico. Mumbai come Hollywood, un simbolo da distruggere, senza pietà. La città sconvolta dagli attacchi terroristici, e già più volte presa di mira, è forse il luogo che i fondamentalisti islamici di più odiano. Per quello che rappresenta: capitalismo e divertimento. Con più di 13 milioni e mezzo di abitanti - che ne fanno la città più popolosa dell’Asia dopo Shanghai - Mumbai è il cuore economico dell’India e la capitale dell’industria dell’intrattenimento, quella «Bollywood» che ha cominciato a fatturare più del cinema americano e che di recente ha «adottato» il mago del cinema a stelle e strisce Steven Spielberg. Secondo le stime circa il 70 per cento delle transazioni finanziarie di tutta l’India passano per questa città: colpirla significa dunque cercare di fermare il motore economico del Paese.

L’offensiva islamica degli ultimi sette anni ha preso il posto della guerra combattuta lungo il confine con il Pakistan. Nell’India nord-occidentale è ancora forte la comunità islamica ma sopporta il dominio indù nella vita politica, economica e sociale. Uno scontento su cui hanno soffiato i fondamentalisti religiosi pachistani.

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