Cinema e politica

RomaDa una parte il Governo corre in soccorso del cinema, dall’altra il mondo del cinema continua ad attaccare il Governo. Cosa sta succedendo?
Ieri pomeriggio a Palazzo Chigi il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta e il ministro per i Beni e le attività culturali Sandro Bondi hanno annunciato, dopo l’incontro con i vertici di Agis e Anica, «il reintegro del Fondo unico per lo spettacolo e la reiterazione delle agevolazioni fiscali per il cinema nel decreto di fine anno». Eppure, il mondo cinematografico, organizzato nel movimento «Tutti a casa», è ancora sul piede di guerra e annuncia per stasera l’occupazione del red carpet per rovinare la passerella della Festa di Roma. Gianni Letta per il Governo ha ribadito: «Questi sono problemi essenziali per un settore vitale per la nostra industria e per la cultura italiana ma la situazione generale del Paese, lo stato di crisi e le esigenze di bilancio richiedono una valutazione globale che tenga conto di queste cose. Da qui alla fine dell’anno cercheremo di risolvere questi due problemi, compatibilmente con i conti pubblici». Il ministro Bondi dal canto suo ha rivendicato il merito di aver portato a termine a suo tempo il provvedimento sugli incentivi fiscali che - ha sottolineato - «è stato concepito da Rutelli. Ma le cose buone fanno parte di diversi governi». Poi, a testimonianza del suo impegno in questi mesi per trovare una soluzione alla difficile situazione del settore, ha aggiunto: «Credo che questo appello accorato e sincero sia stato ascoltato dall’intero governo, siamo sulla strada giusta, siamo in dirittura d’arrivo e bisogna ringraziare Letta, senza il quale questi risultati non sarebbero stati raggiunti».
Ma è la frase «compatibilmente con i conti pubblici» a creare una certa insoddisfazione anche se uno combattivo come Michele Placido ha detto a sorpresa: «Non bisogna fare sempre polemica, qualche volta bisogna fare i complimenti anche a chi non la pensa come te. Considero la presa di posizione di Bondi e di Letta molto positiva per il cinema e per la cultura». Mentre il presidente dell’Agis, Paolo Protti, se da un lato sottolinea «la novità positiva di questo incontro con un impegno non più solo del ministro Bondi ma anche della presidenza del consiglio a nome del governo», dall’altro conclude dicendo che «il fatto che non esista una certezza lascia margini alla preoccupazione». Preoccupazione che ha portato quelli del movimento «Tutti a casa», dopo lunga riunione alla Casa del cinema occupata, a dichiarare battaglia con numerose azioni di disturbo nei giorni scorsi: prima una plateale occupazione della Casa del cinema a Roma a opera dei 100 Autori e poi un’affollatissima assemblea generale al Teatro dell’Eliseo. Tutte le sigle, anche quelle più istituzionali come Agis e Anica (che è un po’ la Confindustria del cinema), si sono riunite per denunciare il grave stato di crisi del settore dell’audiovisivo e per chiedere, in primis, il reintegro del Fondo Unico dello Spettacolo (Fus) e la proroga dei sistemi di «tax credit» e «tax shelter» con la defiscalizzazione degli investimenti privati nel settore.

Sembrerebbero tutti tecnicismi ma sono in realtà iniziative fondamentali per il sostegno economico dell’industria del cinema. Per questo «Tutti a casa», nonostante il reintegro del Fus, minaccia per oggi ancora l’occupazione del red carpet.

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