Un progetto cinematografico ambizioso e coraggioso. Un cast ricco di talento e ottime idee. Pochi giorni fa è stato presentato La scatola è azzurra, testo teatrale che è diventato sceneggiatura e che presto sarà un film, per la regia di Silvio Romano. Tutto ruota intorno al tema della tortura e, più precisamente, allesperimento di psicologia sociale di Stanley Milgram. La Casa del Cinema ha ospitato il lancio ufficiale del progetto: per loccasione, gli attori hanno letto in anteprima alcune scene del lungometraggio, riuscendo a trasmettere il senso di tensione di cui il film sarà pervaso. Max Gazzè, che scriverà la colonna sonora, ha sottolineato dal vivo con le sue musiche i momenti più intensi.
La vicenda ruota attorno ai due protagonisti, che si incontrano e si riconoscono, in veste di torturato e torturatore, dieci anni dopo essersi conosciuti nel corso di un programma tv che metteva in scena lesperimento di Milgram. Linterpretazione di Christian Marazziti e Alessandro Lucente, supportati da Pierpaolo Camplone e Patrizia Perrotta, è convincente e coinvolgente.
La scatola è azzurra è uno dei casi (sempre più rari) in cui il cinema cerca nuove tematiche e nuove forme espressive. Affrontare largomento su cui ruotano le vicende del film è indubbiamente difficile e non è un caso che gli autori (Elia Falivena, Andrea Nobile e Silvio Romano) abbiano cercato e trovato lappoggio di Amnesty International. Ambientarlo, in parte, nel mondo della tv, aggiunge una pungente critica alla spettacolarizzazione del dolore.
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