20 anni senza Katharine Hepburn: le 5 interpretazioni nella storia

Femminista, ruspante, libera: l’attrice americana ha scritto pagine importanti della storia del cinema ed è l’unica ad aver vinto quattro premi Oscar come migliore attrice

Katharine Hepburn ne "Il leone d'inverno"
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Sono trascorsi esattamente venti anni dalla morte di Katharine Hepburn, artista che ha scritto pagine importanti della storia del cinema. Tra le interpreti più amate e donna dei record dei premi Oscar (4 riconoscimenti su 12 candidature), è stata eletta la più grande attrice di tutti i tempi dall’American Film Institute nel 1999, a testimonianza del suo impatto sulla settima arte. La sua grazia e la sua eleganza, la sua straordinaria bellezza, il talento innato: elementi fondamentali per la sua storia artistica, soprattutto se affiancati da uno spirito liberale e dall’indipendenza come stella polare.

La carriera di Katharine Hepburn è durata oltre sessant’anni: l’attrice americana ha resistito al tempo nonostante la grande velocità di cambiamento dell’industria. Il debutto a Broadway alla fine degli anni Venti, poi il successo nel 1932 con “Febbre di vivere” e il primo Oscar nel 1934 per il film “La gloria del mattino”. L’incontro come George Cukor tra le tappe fondamentali, così come l’alchimia con Cary Grant. Tra i punti di forza indubbiamente la versatilità che le consentiva di passare indifferentemente dal dramma alla commedia, anche nello stesso film, anche nella stessa sequenza. La ricorrenza ci consente di ripercorrere le sue 5 più grandi interpretazioni.

Susanna! (1938)

Insuccesso al botteghino ma nel tempo diventato un classico, “Susanna!” di Howard Hawks è tra le migliori screwball comedy del cinema narrativo classico. Katharine Hepburn protagonista insieme a Cary Grant e l’alchimia tra i due è perfetta: lei interpreta l’irresistibile Susan Vance, lui l’impacciato paleontologo David Huxley. Grande ritmo e scrittura cinematografica straordinaria tra equivoci, romanticismo e follia.

Scandalo a Filadelfia (1940)

“Scandalo a Filadelfia” di George Cukor è uno dei capolavori del cinema americano. Punto di riferimento della comedy of remarriage – popolarissima negli anni Quaranta – l’intramontabile classico racconta una famiglia amorevole e disfunzionale e lo fa con dialoghi semplicemente eccezionali. Oltre al già citato duo formato da Katharine Hepburn e Cary Grant, nel cast anche James Stewart, premiato con l’oscar.

Indovina chi viene a cena? (1967)

Dopo quello del 1934 per “La gloria del mattino”, il secondo Oscar alla miglior attrice Katharine Hepburn lo vinse nel 1968 per la sua interpretazione in “Indovina chi viene a cena?” di Stanley Kramer. Un film importante dal punto di vista sociale – affronta la questione razziale come mai prima, con un monologo finale da brividi - e reso grande dalla complicità tra la Hepburn e Spencer Tracy, quest’ultimo scomparso poco dopo le riprese.

Il leone d’inverno (1968)

Tratto dall’omonima opera teatrale di James Goldman, “Il leone d’inverno” di Anthony Harvey è un film dal respiro epico e forse un po’ sottovalutato dalla critica statunitense. Katharine Hepburn – premiata con il terzo Oscar – è la Regina Eleonora d’Aquitania, moglie rinnegata di Enrico II, disposta a tutto pur di prendersi la sua rivincita. Il suo sguardo magnetico fa la differenza in ogni inquadratura, tanto da trasferire allo spettatore la potenza dei suoi sentimenti. Indimenticabile.

Sul lago dorato (1981)

Katharine Hepburn vinse il suo quarto e ultimo Oscar nel 1982 grazie alla sua prova in “Sul lago dorato”, dramma sentimentale diretto da Mark Rydell e secondo maggiore incasso di quell’anno dietro solo a “I predatori dell’arca perduta” di Steven Spielberg.

Un’opera sull’ultima parte della vita, un’atmosfera crepuscolare e allo stesso tempo vitale, dominata dalla delicatezza. La coppia formata dalla Hepburn e da Henry Fonda (alla sua ultima interpretazione) strappa applausi.

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