Il Crémant d’Alsace di Domaine de Colmar, l’altra bollicina francese

Il 1895 è uno spumante metodo classico da uve Riesling al 100 per cento esuberante ed equilibrato, prodotto da una delle aziende simbolo della regione tra i Vosgi e il Reno, che oggi è di proprietà della famiglia Helfrich. Un vino che si avvantaggia delle diverse caratteristiche pedoclimatiche dei vigneti, che donano espressività e personalità

Il Crémant d’Alsace di Domaine de Colmar, l’altra bollicina francese
00:00 00:00

La Francia delle bollicine non è soltanto Champagne. Esiste anche il Crémant, definizione che raccoglie gli spumanti metodo classici prodotti al di fuori dell’area geografica che corrisponde alla prestigiosa Aoc. Le regioni principali in cui è prodotto sono la Borgogna, la Loira e soprattutto l’Alsazia.

Ed è proprio di un Crémant alsaziano che voglio parlarvi oggi: il 1895 Domaine de Colmar, un vino a base 100 per cento uve Riesling coltivate in diversi “village” attorno alla città di Colmar, con terreni molto disomogenei per composizione ed esposizione, ciò che garantisce una ricchezza di espressioni che dà al vino complessità e personalità. Le uve sono vendemmiate a mano. Come da metodo classico dopo la prima fermentazione il vino è messo in bottiglia a contatto con i lieviti che il tempo trasforma in bollicine generose e morbide. Il vino ha un colore giallo paglierino brillante e un perlage fitto e persistente, il naso è fruttato e ricco di note agrumate, con un lieve ricordo di prodotti da forno, la bocca, dopo un attacco fresco e vivace, esprime potenza ed equilibrio e un piacevole finale agrumato piuttosto lungo. Il vino ha una gradazione alcolica di 11,5 e un potenziale di invecchiamento fino a cinque anni.

Il Domaine Viticole de la Ville de Colmar ha un ruolo importante nella storia enologica dell’Alsazia. Fondato nel 1895 dall’ampelografo Chrétien Oberlin, pioniere nella lotta alla fillossera e nella ricerca clonale, alla sua morte vigne e case passarono al Comune di Colmar, e sotto la guida di Gustave Burger nacque l’Associazione Viticoltura Alsazia (AVA), ancora oggi attiva nella promozione dei vini locali. Il Clos Saint Jacques, cuore della proprietà, si è esteso negli anni fino a 28 ettari.

La cantina porta con sé anche un pezzo di storia: all’inizio del Novecento fu costruita come sede produttiva e durante la Seconda guerra mondiale servì da rifugio antiaereo. Negli anni Settanta divenne sede dell’Istituto nazionale di ricerca per la viticoltura, trasformandosi poi in realtà commerciale con Jean-Rémy Haeffelin, discendente di una famiglia di vignaioli attiva dal 1560.

Dal 2011 il Domaine è entrato a far parte della galassia Famille Helfrich, che ne ha raccolto l’eredità storica rilanciandone la vocazione di ricerca. Oggi Jean-Rémy e il figlio Nicolas continuano a guidare la tenuta, forte di vigneti con un’età media di 35 anni e di un mosaico di suoli che conferisce ai vini complessità e longevità. Più dell’80 per cento delle vigne si trova su colline esposte a sud e sud-est, condizione che rafforza la maturazione e la tipicità.

La storia enologica di Famille Helfrich comincia nel 1979 in Alsazia e oggi abbraccia l’intera mappa vinicola francese: dalla Loira a Bordeaux, passando per Languedoc-Roussillon, Provenza, Valle del Rodano, Borgogna e Jura. Ma è proprio nella regione d’origine, quella striscia di terra incastonata tra Vosgi e Reno, che il gruppo guidato da Joseph Helfrich continua a produrre alcune delle sue etichette più rappresentative.

L’Alsazia è una delle zone viticole più settentrionali della Francia, a circa 500 chilometri da Parigi e a ridosso della Germania. Protetti dai Vosgi, i vigneti godono di un microclima sorprendentemente caldo e secco rispetto alla latitudine, con altitudini comprese fra i 170 e i 420 metri. Condizioni ideali per varietà aromatiche come Gewürztraminer, Moscato Bianco e Riesling, che qui hanno trovato una delle loro patrie più autorevoli. I terreni raccontano una geologia frammentata: graniti, calcari, scisti, argille, sabbie e marne, ciascuno capace di imprimere un’impronta diversa al vino. Nei suoli ricchi di marna e argilla si ottengono vini più strutturati, mentre il calcare e la sabbia donano leggerezza; lo scisto, invece, esalta il carattere minerale dei Riesling.

Il

filo conduttore rimane quello che, più di un secolo fa, aveva indicato Oberlin: difendere e studiare la vite, perché in Alsazia il vino non è mai stato solo una questione agricola, ma un tratto identitario della sua storia.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica