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Andrew Garfield fa 40 anni: da Spiderman al Golden Globe, le 7 interpretazioni migliori

Da "Non lasciarmi" a "Spider-Man: No Way Home", l'interprete di Los Angeles è diventato uno dei volti più amati di Hollywood

Courtesy Of Netflix
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Andrew Garfield fa 40 anni: da Spiderman al Golden Globe, le 7 interpretazioni migliori

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Dall'uomo ragno a Jonathan Larson, passando per il primo obiettore di coscienza nella storia statunitense a Eduardo Severin. Per interpretare personaggi così particolari, così distanti l'uno dall'altro, è necessario avere versatilità e carisma senza pari. Non è un caso che per tutti questi ruoli - e molti altri - registi e produttori abbiano deciso di puntare su Andrew Garfield.

Definito da Variety nel 2007 "uno dei dieci attori da tenere presenti", Garfield si è tolto grandi soddisfazioni tra cinema e teatro, diventando rapidamente uno degli interpreti più amati degli States. Bellezza e bravura, ma soprattutto un talento innato: la capacità di calibrare ogni gesto, ogni sfumatura, ogni dettaglio. Oggi l'attore di Los Angeles compie 40 anni e per questo motivo è tempo di andare a scoprire le sue 7 interpretazioni migliori.

Non lasciarmi (2010)

Il 2010 è l'anno della svolta per Garfield e una fetta del merito va a "Non lasciarmi" di Mark Romanek. Il film scritto da Alex Garland è tratto dall'omonimo romanzo di Kazuo Ishiguro del 2005 e si muove tra dramma e fantascienza. Al fianco di Garfield troviamo Keira Knightley e Carey Mulligan, un trio ben amalgamato che riesce a tenere in piedi un'opera ambiziosa e a tratti sconclusionata.

The Social Network (2010)

L'altro film del 2010 che ha contribuito alla notorietà di Garfield è "The Social Network", diretto dal maestro David Fincher e incentrato sui fondatori di Facebook e sul fenomeno popolare che ha creato. Garfield veste i panni del cofondatore di Facebook Eduardo Saverin, personaggio dalle mille sfumature. Una prova straordinariamente camaleontica che gli vale la nomination al BAFTA e al Golden Globe.

The Amazing Spider-Man (2012)

Un nerd ironico, imbranato e piuttosto bello: questo il Peter Parker di Garfield. L'attore di LA ha preso parte a tre film sul personaggio Marvel Comics: "The Amazing Spider-Man", "The Amazing Spider-Man 2" e "Spider-Man: No Way Home", tutti e tre diretti da Marc Webb.

99 Homes (2015)

Film poco fortunato ma sicuramente significativo nel percorso di Garfield è "99 Homes", dramma firmato da Ramin Bahrani. Qui interpreta il giovane Dennis Nash, padre di famiglia "single" che cerca a ogni costo di riprendersi la casa dalla quale è stato sfrattato, insieme con la sua famiglia. Per riuscirci incomincia a lavorare per Rick Carver (Michael Shannon), l'agente immobiliare che lo ha sfrattato...

La battaglia di Hacksaw Ridge (2016)

Una delle sfide più stimolanti della carriera di Garfield è stata sicuramente "La battaglia di Hacksaw Ridge" di Mel Gibson, che racconta la storia vera di Desmond Doss, primo obiettore di coscienza dell'Esercito degli Stati Uniti a ricevere la medaglia d'onore. Una performance notevole, di eccellenza, premiata con la candidatura al premio Oscar e ai Golden Globe come miglior attore.

Under the Silver Lake (2018)

Un'altra grande prova di Garfield è in "Under the Silver Lake" di David Robert Mitchell, film stroncato da gran parte della critica statunitense alla sua uscita ma che probabilmente verrà rivalutato con il passare degli anni. Tra noir, giallo e thriller, l'attore veste i panni di Sam, un trentenne disoccupato e sotto sfratto, intraprende un'ossessiva indagine attraverso Los Angeles. Non distribuito in Italia, è disponibile sulla piattaforma Mubi.

Tick, Tick... Boom! (2021)

"Tick, Tick... Boom!" è l'emblema della versatilità di Garfield. L'opera prima di Lin-Manuel Miranda è l'adattamento cinematografico dell'omonimo musical di Jonathan Larson, una storia semi-autobiografica riguardante Larson stesso che cerca di sfondare nell'industria teatrale. Per interpretare al meglio Larson, Garfield ha studiato canto per un anno e mezzo.

Candidato all'Oscar, ha vinto meritatamente il Golden Globe nonostante l'insapidità del film.

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