Una favola romantica, una ventata di freschezza per l’ammaccato cinema italiano. "The Land of Dreams" segna l’esordio nel lungometraggio di Nicola Abbatangelo e conferma le straordinarie qualità di Caterina Shulha, attrice di origini bielorusse e già nota al grande pubblico per "Tutta colpa di Freud" e diversi film, a partire da "Hotel Gagarin" e "L'uomo del labirinto". Una sfida enorme: cantare, ballare, recitare in inglese. Prove superate con il massimo dei voti.
È stata una bella sfida…
“Non ho mai fatto nulla di simile, non ho neanche mai cantato: è stata una bellissima sfida. Ho fatto il provino con Nicola (Abbatangelo, ndr) a maggio e a settembre abbiamo registrato le canzoni in studio: mi sono messa a studiare canto tutta l’estate, tutti i giorni. E non avevo mai girato in lingua inglese, è stata la mia priva volta. E non avevo mai ballato, aggiungo (ride, ndr). È stato un insieme di sfide molto belle”.
Quanto c’è di Eva in Caterina?
“Un po’ ce n’è, sicuramente. Innanzitutto Eva è una immigrata italiana a New York, mentre io sono immigrata bielorussa a Roma. Quello che per Eva rappresenta New York – il suo sogno, il suo posto dove ricominciare – è quello che ha rappresentato Roma per me. Il percorso è stato simile. E si assomigliano anche per come vedono i sogni: il sogno è sempre presente, è ben chiaro, ma guarda con lucidità al mondo reale. Se non avessi fatto l’attrice, mi sarei arrangiata nel fare cose che comunque mi avrebbero fatta felice”.
Ha iniziato a recitare da giovanissima, ha collaborato con grandi artisti. A proposito di sogni, ne ha altri da realizzare?
“Mi piacerebbe iniziare a fare ruoli “cattivi”, di una donna cattiva. Ruoli che non vengono scritti quasi mai in Italia, qui siamo ancorati ancora a ruoli standard”.
Ha un modello, un punto di riferimento?
“In realtà questo lavoro era l’ultimo dei miei pensieri. Ho fatto il liceo linguistico perché la mia idea era quella di fare l’interprete. Ho fatto un po’ di moda a Roma e mi sono iscitta all’università. Mi piaceva l’idea di fare l’aiuto regia, perché sono malata di controllo e organizzazione (ride, ndr). Mi prendono tutti in giro sul set per questo motivo. Venendo da un Paese, la Bielorussia, senza cultura cinematografica, non ho avuto la possibilità di avere dei modelli. Quando arrivai in Italia, vidi ‘Tutta la vita davanti’ di Paolo Virzì. Ecco, Isabella Ragonese è una di quelle attrici che mi piacciono molto. Spesso vengono nominate le star americane, ma in Italia siamo pieni di grandi attori: io adoro Micaela Ramazzotti, ad esempio. Tra i registi, penso a Genovese. Il cinema italiano non ha niente da invidiare a nessuno”.
Un rimpianto?
“Spero di non averne. Sto facendo questo lavoro come l’ho sempre voluto fare: in equilibrio, magari tra una serie molto popolare e un’opera prima. Il mio desiderio è quello di non annoiarmi, spero di non perdere questa mia follia (ride, ndr)”.
C’è una critica che le ha fatto male?
“Le critiche mi fanno arrabbiare quando non sono costruttive, quando non sono argomentate. Quando sono buttate lì, a caso: in quel caso posso anche litigare (ride, ndr). All’inizio me la prendevo quando mi chiamavano per ruoli non da ‘angelo biondo’ e non avevano il coraggio di cambiarmi fisicamente, cosa che in America è all’ordine del giorno. Io volevo dimostrare di poter fare anche altro, non quell’unico ruolo”.
Che rapporto ha con la femminilità? Soprattutto in questa era social, in cui si tende a estremizzare tutto…
“Posso immaginare perché oggi una ragazza liceale possa cadere in questo vortice per dimostrare fisicamente di valere. Io con il passare del tempo ho iniziato a capire che si può essere fighe anche per aver letto tre libri in quel mese. Oggi siamo sempre più circondati dall’estetica… Anche nel cinema: spesso ci si preoccupa di più di come inquadrare l’ambiente che l’attore. C’è più attenzione verso l’esterno che verso l’interno”.
Quali sono i suoi prossimi progetti?
“Sarò al Torino Film Festival per il film ‘Ipersonnia’, dove sono protagonista con Stefano Accorsi.
A gennaio uscirà una nuova serie Rai con Alessandro Preziosi, sto girando un'importante produzione seriale e anche un’opera prima interessantissima. E alle Giornate professionali di Sorrento presenteremo ‘The Boat’ di Alessio Liguori”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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