
Come è ormai noto a tutti, la reputazione di Raoul Bova ha subito uno scossone dopo che sono stati resi pubblici degli audio privati che l'attore ha inviato alla modella e influencer Martina Ceretti, sancendo di fatto la fine della sua lunga relazione con Rocio Munoz Morales. Diventati virali sul web, gli audio hanno continuato a girare online, diventando anche mezzi di scherno o di parodie, persino per grandi marchi e brand che l'attore sarebbe stato pronto a denunciare. In vacanza con le figlie dopo aver affidato la sua tutela legale all'ex suocera Annamaria Bernardini de Pace, Raoul Bova è consapevole che la diffusione degli audio non solo ha dato scandalo, ma ha anche rovinato quell'immaginario che lo voleva un compagno ideale, un vero e proprio principe azzurro uscito dalle favole. Cliché che è stato rappresentato anche al cinema, nel film Piccolo Grande Amore, pellicola che torna stasera in tv alle 21.00 su Cine34, il canale del digitale terrestre dedicato esclusivamente al cinema italiano.
Diretto da Carlo Vanzina e scritto insieme al fratello Enrico, Piccolo Grande Amore arrivò in sala nel 1993 e, per attirare il pubblico, fece leva su tre elementi fondamentali: il rimando al brano omonimo di Claudio Baglioni, una trama incentrata sul prototipo di una fiaba moderna e, appunto, la presenza di Raoul Bova nei panni dell'interesse amoroso della protagonista, il principe azzurro che non ha nobiltà nel sangue, ma ce l'ha nel cuore.
La trama ruota intorno al personaggio della bellissima principessa Sofia (Barbara Snellenburg), erede al trono del Liechtenhaus, che suo padre (David Warner) vorrebbe dare in sposa a Frederick di Sassonia (Adam Barker), rampollo di una famiglia ricca che potrebbe risollevare le sorti del casato di famiglia. Questo perchè Re Massimiliano è a un passo dal dover vendere il castello di famiglia per far fronte ai tanti debiti che lo perseguitano e che rischiano di infagare il nome dei sovrani del Liechtenhaus. Ma Sofia è una ragazza che sogna il grande amore e il romanticismo e pensa di aver trovato quello che sta cercando in un campione di tennis (Alessio Avenali), che ben presto si scoprirà essere un traditore. Col cuore spezzato, determinata a non diventare una "moglie trofeo", Sofia Scappa e finisce col lavorare in un bar della Sardegna. Sarà qui che incontrerà Marco (Raoul Bova), un istruttore di nuoto bello e affascinante, che sembra davvero il prototipo del bravo ragazzo da condurre all'altare. Peccato, però, che Marco non abbia un soldo e che Sofia abbia dichiarato a gran voce di aver chiuso con gli uomini. Mentre re Massimiliano continuerà a cercare la figlia scomparsa, il legame tra Marco e Sofia si intensifica, ponendo la principessa davanti a numerosi ostacoli, non da ultimo il fatto di aver taciuto al ragazzo la sua vera identità.
Nel film, dunque, Raoul Bova interpreta il ragazzo dal cuore d'oro, puro e capace di vero amore che, all'inizio degli anni Novanta, era un po' il prototipo dell'eroe cinematografico, come fu ad esempio anche per il Patrick Swayze di Dirty Dancing, vero e proprio cult
internazionale. Peccato che, a distanza di poco più di trent'anni, Raoul Bova abbia contraddetto questo prototipo, cancellando l'immagine che di lui aveva dato Rocio Munoz Morales, quando lo aveva identificato come il compagno ideale, un uomo gentile da avere accanto e di cui fidarsi.