The foreigner, quando le riprese vennero scambiate per un attentato terroristico

The foreigner è un film d'azione che fa largo ricorso alla violenza, al punto che alcune riprese sono state scambiate per un attentato

The foreigner, quando le riprese vennero scambiate per un attentato terroristico
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Diretto da Martin Campbell nel 2017, The foreigner è il thriller d'azione che va in onda questa sera alle 21.20 su Italia 1. Il lungometraggio è tratto dal romanzo The chinaman, scritto da Stephen Leather durante gli ultimi anni degli scontri armati tra le forze dell'IRA e quelle dell'Irlanda del Nord.

The foreigner, la trama

Quan Ngoc Minh (Jackie Chan) è un uomo che ha già visto l'orrore e che ha patito sulla propria pelle le conseguenze dei conflitti bellici. Reduce dalla guerra in Vietman, dove ha perso una moglie e una figlia, Quan Ngoc Minh si è trasferito a Londra insieme all'unica figlia che gli è rimasta, Fan. L'ambizione dell'uomo è vivere tranquillo e sereno, portando avanti il ristorante cinese che ha aperto nella capitale britannica. Tuttavia l'orrore della guerra non ha smesso di inseguirlo: sua figlia Fan, infatti, muore in un attentato terroristico rivendicato dal gruppo della Nuova IRA. Dilaniato dal dolore, il protagonista si rende conto di non poter fare affidamento sulle forze di Scotland Yard per ottenere giustizia e così decide di agire privatamente. Sarà in questo modo che la sua strada si intreccerà con quella del vice primo ministro dell'Irlanda del Nord Liam Hennessy (Pierce Brosnan), ex agente dell'IRA e ora determinato a dimostrare di non avere alcun legame con gli attentati. Quan, intanto, utilizzando le tecniche conosciute durante la guerra in Vietnam, dimostra di essere disposto a proseguire con la violenza e la brutalità finché non verrà fatta giustizia.

Le riprese scambiate per un attacco terroristico

Quando si pensa al nome di Jackie Chan e alla sua carriera la mente corre subito al genere della commedia: molti dei film interpretati dall'attore cinese, infatti, sono sì film d'azione, ma di solito sono vestiti di una evidente vena comica. In The foreigner, invece, l'interpretazione dell'attore è scevra di qualsiasi accento divertente, di qualsiasi intento comedy. Sullo schermo appare un uomo che è pronto a tutto pur di vendicarsi della morte della figlia: un uomo che ha conosciuto il lato più oscuro dell'umanità e che ora non ha remore a utilizzare quelle stesse tenebre per ottenere il suo obiettivo. Come giustamente sottolinea Collider, in The Foreigner Jackie Chan non fa nulla che non faccia anche negli altri film: i suoi combattimenti, le sue mosse, la sua abilità nel colpire l'avversario sono pressoché identici. Quello che manca è, appunto, il tono leggero. Se negli altri film dell'attore la violenza viene in qualche modo umanizzata, al punto che lo spettatore si trova a riderne, nel film di Martin Campbell quella stessa violenza, presentata nuda e cruda, senza alcun filtro, appare soprattutto come l'espressione di un uomo freddo e calcolatore. Un uomo, appunto, violento.

E il ricorso alla violenza in questo film è tale e talmente verosimile da aver portato molti cittadini di Londra a pensare che fosse in atto un attentato terroristico durante le riprese del film. Come spiega il sito dell'Internet Movie Data Base, infatti, alcuni londinesi ritennero opportuno chiamare le forze dell'ordine per un presunto attacco a Lambeth Bridge. Nel film, infatti, viene mostrato uno dei tipici autobus rossi che esplode mentre passa sul ponte appena citato, accendendo di riverberi cremisi il sottostante Tamigi. Gli effetti speciali dell'esplosione furono così realistici che si scatenò un vero e proprio panico di massa, quando cittadini e turisti credettero davvero di essere al centro di un attentato. Secondo un testimone oculare riportato da Jayne Stars, chi si trovava in loco assistette al divampare delle fiamme che divoravano il ponte e all'esplosione dell'autobus, i cui detriti finirono direttamente nel fiume. Si trattava, naturalmente, di un'esplosione controllata per la quale la produzione, come ha raccontato il regista a Usa Today, ha dovuto contrattare tantissimo per avere il permesso di portarla a termine.

La produzione, come da indicazioni legali, aveva avvisato della chiusura del ponte per riprese cinematografiche e aveva anche lasciato un'indicazione sul fatto che ci sarebbe stata un'esplosione controllata. Ma questo non fermò i residenti del luogo dal lamentarsi.

Tra questi c'era anche la scrittrice Sophie Kinsella, autrice della saga di libri I love shopping, che sull'allora Twitter scrisse: "ehi, tipi del film, la prossima volta che fate saltare in aria un bus a Lambeth Bridge magari avvisateci, prima, così che i bambini nel parco non si spaventino".

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