Il film del weekend

“L’esorcista del Papa”, con Russel Crowe il terrore diventa assai bislacco

Russel Crowe debutta nel genere horror con un personaggio che pare destinato ad essere protagonista di un futuro franchise. Da italiani, astenersi dalla visione del film in lingua originale

“L’esorcista del Papa”, con Russel Crowe il terrore diventa assai bislacco

L’esorcista del Papa” è l'horror demoniaco di Julius Avery liberamente ispirato alle memorie del decano degli esorcisti del Vaticano, Padre Gabriele Amorth. Il prelato, che non è più tra noi dal 2006 e fu una figura ritenuta controversa sia dentro sia fuori dagli ambienti ecclesiastici, ha sul grande schermo il volto di Russel Crowe, divo che mai prima d’ora si era avvicinato al cinema del terrore e che sceglie di farlo a modo suo, mantenendo cioè un piglio ironico.

Il protagonista è caratterizzato in modo da apparire un sacerdote anticonformista e sopra le righe: gira per Roma su una vespa, è armato di fiaschetta e ha il vezzo della battuta pronta. Da un lato combatte il demonio, dall’altro ha nel potere ecclesiastico un antagonista altrettanto subdolo. La trama prende presto una piega cospirazionista, alla Dan Brown, andando a sbirciare ipotetici segreti degli ambienti vaticani risalenti addirittura all’epoca dell’inquisizione spagnola. Crowe gigioneggia a dovere, consapevole che il personaggio richiestogli sia tutto sommato un ibrido tra un supereroe e un detective.

Per quanto le citazioni relative a “L’Esorcista” di William Friedkin si sprechino, siamo lontani anni luce da quell’inarrivabile titolo uscito cinquant’anni fa, sia dal punto di vista qualitativo sia a livello di spaventosità. L’approccio ne “L’esorcista del Papa” è purtroppo hollywoodiano, non tanto per il budget (medio-basso) quanto per la volontà di stupire a mezzo splatter e ricorrendo a effetti speciali. Peccato, perché da tempo dovrebbe essere chiaro come nell'horror a pagare, nel senso di impressionare, sia più il suggerito del truculento.

L’incipit, ambientato a Tropea durante un rito esorcistico che coinvolge un maiale, è forse la parte migliore dal punto di vista della messa in scena. A seguire vediamo Padre Amorth osteggiato in Vaticano da giovani cardinali insofferenti nei confronti dei metodi con cui il sacerdote fronteggia il Male. Amorth-Crowe è il primo a convenire che il 98% dei casi di possessione possa essere spiegato dalla psichiatria, tiene però a ribadire di essere l’uomo giusto per quel rimanente 2% in cui la scienza è inerme. Avrà modo di tentare una volta di più di dimostrarlo in terra iberica, dove lo spedisce il Papa (Franco Nero), un po’ per sottrarlo alle congiure vaticane e un po’ perché l’esorcista è stato espressamente rammentato da un demone che lì si è impossessato di un bambino. Si tratta del figlio di un’americana da poco vedova (Alex Essoe) che, nel restaurare un’abbazia lasciatale dal marito, ha liberato in loco una forza demoniaca. A dare man forte a Padre Amorth, ci sarà un giovane prelato spagnolo (Daniel Zovatto).

Il bambino al centro del film naturalmente avrà quasi tutto il tempo voce cavernosa e “astio” da vendere, finanche frasi incise sul ventre e l’abitudine di scarnificarsi il viso con le unghie. Se a lui spetta a un certo punto vomitare un uccello, la sorella sarà invece protagonista di un classico del genere come il “passo del ragno”.

Intendiamoci, “L’esorcista del Papa” è sicuramente inquietante. Il problema è che in diversi momenti l’ensemble appare esagerato in maniera goffa. Crowe stesso è croce e delizia del film; da un lato ha un’ineguagliabile presenza scenica, dall’altro si mangia tutto col suo carisma bonario e divertente. Nonostante si attribuisca al suo personaggio un passato tormentato, appare difficile lasciarsi rapire dal puro terrore se si assiste alla visione in lingua originale: il divo recita in un italiano stentato e l’effetto comico è dietro l’angolo.

“L’esorcista del Papa” è un horror che sa essere anche suadente, il trailer parla da sé, ma la verità è che offre la versione iperbolica (e quindi assurda) di cose che lo spettatore ha già visto in altri film sullo stesso tema.

Con buona pace dell’Associazione Internazionale degli Esorcisti che in un comunicato ha espresso il proprio disappunto sul film, “L’esorcista del Papa” ha in ogni caso il potenziale per essere l’apripista di un franchise.

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