CINESI, CINESERIE UNIONI E DISUNIONI

Prima, l’autodenuncia: non troppi mesi fa, abbiamo scritto un altro articolo sullo stesso identico tema. Questo, però, non significa che quando c’è un ponte, quando non abbiamo idee migliori in testa o quando la temperatura si abbassa rinunciamo a pensare e riproponiamo gli stessi concetti in copia carbone. Anzi, il fatto che ci occupiamo ancora di Sergio Cofferati e di quanto sta di nuovo succedendo a Bologna è proprio la prova che non abdichiamo al vizio di pensare.
Innanzitutto, la domanda: che c’entra il Cinese con i genovesi? A farlo c’entrare un’altra volta sono i consiglieri regionali di opposizione - guidati dal capogruppo di An Gianni Plinio e dal consigliere azzurro Matteo Rosso, che non se ne lasciano scappare una - che hanno presentato mozioni in cui si chiede di solidarizzare con il sindaco di Bologna, in questi giorni oggetto di durissimi attacchi da parte della sinistra radicale. Nel prossimo consiglio regionale, questo documento andrà in votazione e, comunque si esprimano, i rappresentanti della maggioranza di centrosinistra metteranno nero su bianco tutte le loro contraddizioni. L’altra sera, a Destra-sinistra su Primocanale, ne hanno già dato un primo assaggio. Dunque, se votano a favore della mozione di Plinio, sconfessano i loro consiglieri della sinistra antagonista, che hanno duramente attaccato i comportamenti di Cofferati. Se votano contro, invece, sconfessano il sindaco diessino di Bologna, la sua linea e il suo «la legalità è rock».
Quella che è certamente lenta, lentissima, è invece una coalizione che - dalla caccia in giù - non perde occasione per mostrarsi divisa. «Diverse sensibilità» le chiamano eufemisticamente i consiglieri che vogliono ridimensionare l’Unione disunita. Ma, passando dalla poesia alla prosa, si tratta nè più, nè meno di quanto avevamo denunciato in campagna elettorale. Si può giocare a tener dentro tutti per vincere le elezioni, ma non si può far finta che la sinistra antagonista non abbia le sue idee. E, soprattutto, non si può dare la colpa a Rifondazione delle sue idee e delle sue battaglie per portarle avanti. La colpa è dei sedicenti «moderati», degli uomini della sedicente «sinistra di governo» che fanno finta di non sentire le parole di chi si candida a governare insieme a loro. E’ per questo che mozioni come quella di Plinio e di Rosso (o, in precedenza, quella, analoga, del capogruppo azzurro Gino Morgillo) sono cosa buona e giusta. Praticamente, non cambiano nulla. Ma, politicamente, servono a smascherare chi gioca su due o tre tavoli.
Detto questo, però, anche il centrodestra deve stare attento a non fare il gioco dell’Ulivo. A non fare di Sergio Cofferati una figurina del presepe della Casa delle libertà da brandire come esempio di «legge e ordine».

Anche e soprattutto perchè è lo stesso Cofferati che, fino a ieri, ha accarezzato tutti i massimalismi no-global, senza peraltro avere la credibilità di Rifondazione.
Non basta leggere gli albi di Tex Willer, il fumetto preferito dal sindaco di Bologna, per essere Tex.

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