Tra cinque anni gestiremo i giochi solo col pensiero

Quali innovazioni possiamo attenderci nei prossimi cinque anni? «Le prospettive - risponde Matteo Bittanti - sono affascinanti. Sono in aumento interfacce trasparenti che consentono all’utente di immergersi all’interno degli spazi virtuali senza la necessità di manipolare controller o joypad. Il riconoscimento gesturale dei movimenti e le interfacce vocali sono ormai dietro l’angolo. La prima interfaccia capace di decodificare i pensieri e tradurli in corrispondenti movimenti sullo schermo dovrebbe essere introdotta sul mercato nel 2008. Ho assistito a una presentazione nel corso della Game Developers Conference di San Francisco, a marzo, e gli sviluppi futuri lasciano ben sperare. Si parla da anni di schermi tridimensionali e olografici. Per quanto concerne il software, è legittimo attendersi una crescita esponenziale dello user-generated content - ovvero un proseguimento del gioco generato dall’utente stesso e perciò imprevedibile -, degli Mmog (ovvero dei giochi ambientati in mondi persistenti come World of Warcraft).

Cambieranno anche forme di business: è lecito attendesi una crescita notevole dell’in-game advertising (ovvero della pubblicità all’interno dei videogiochi, visto che la pubblicità tradizionale, come del resto la televisione, è in netto declino) e del digital delivery (la vendita diretta dei videogiochi dal produttore al consumatore)».

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