«Cagliari non è un campo amico», aveva avvertito Ranieri alla vigilia, pensando ai 15 anni di digiuno di vittorie della Roma. La maledizione del Sant’Elia continua, con i giallorossi che pure in emergenza riescono a suicidarsi. E ad eguagliare la sconfitta più pesante mai rimediata dai sardi (la precedente nel gennaio 1966, 4-0). Tutto ruota attorno a Daniele Conti: figlio di Bruno, romanista sin dalla nascita, un gol sotto la Sud dell’Olimpico quando ha vestito la maglia giallorossa, poi l’approdo al Cagliari.E un conto aperto con la sua squadra del cuore. Nell’ultimo campionato un gol allo scadere che negò il successo alla squadra di Ranieri, ieri il quarto gol segnato alla Roma, tra l’imbarazzo del papà seduto sulla panchina capitolina. Ma sotto i riflettori del Sant’Elia accade di più: sedici minuti dopo il bel gol che sblocca la partita, Daniele si infortuna gravemente per un intervento a gamba tesa di Burdisso. Avviene tutto al 22’ del primo tempo quando, dopo un miracolo di Julio Sergio su Acquafresca, il difensore argentino - tornato alla Roma proprio al termine del mercato estivo - piomba in maniera irruenta sul centrocampista del Cagliari. Che rimedia un taglio al ginocchio destro, ricucito con 30 punti di sutura ( più tardi in ospedale, la risonanza magnetica escluderà fratture). Papà Bruno lascia per qualche minuto la panchina della Roma e raggiunge gli spogliatoi. L’arbitro Celi, resosi conto della gravità dell’infortunio, non può che espellere Burdisso, completamente in tilt, mentre Matri - al termine di 5 interminabili minuti di stop con lo stadio che tiene il fiato sospeso- realizza il penalty che dà la sterzata decisiva al match. Ranieri è costretto infatti a togliere dal campo anche capitan Totti, che aveva regalato un colpo di tacco per Menez, consegnandosi di fatto ai sardi. Il capitombolo di Cagliari, che fa seguito allo 0-0 con la puresorprendente matricola Cesena, è più di un campanello d’allarme per la Roma. Non si può non ripensare a quanto Ranieri aveva fatto notare 24 ore prima della trasferta isolana. Il messaggio del tecnico inviato alle avversarie e alla piazza era realista: la squadra giallorossa non parte in prima fila nella lotta per lo scudetto, anche per una fragilità difensiva evidente (Guillermo, il minore dei Burdisso «costretto» all’esordio),sbaglia su due azioni sarde). E le nuove lamentele sui campi di allenamento di Trigoria ( «stanno peggio dello scorso anno »,così Ranieri)giustificano anche la messe di infortuni con i quali l’allenatore di San Saba deve già fare i conti. La lunga lista di degenti (Vucinic, Mexes, Riise, Adriano e Taddei) si allunga con Castellini, sfortunato al debutto con la Roma, la cui partita finisce dopo 14 minuti per un infortunio muscolare. Nella serata in cui il tocco vincente di De Rossi, «sporcato» dal gomito di Astori, è l’unico guizzo romanista, anche l’atteso esordio di Borriello risulta opaco, ma non certo per colpa dell’ex milanista. Il Cagliari, dal canto suo, si mostra nettamente più brillante della Roma dal punto di vista atleticoe torna al successo in A dopo 16 partite (i tre punti mancavano dal 21 febbraio scorso, poi 7 pareggi e 8 sconfitte). Acquafresca, che ha voluto fermamente rientrare nell’isola dove si trova a suo agio, festeggia le 100 presenze in A con un gran gol di testa che piega le mani di Julio Sergio; il compagno di reparto Matri sigla una doppietta gettando le basi per un’altra stagione straordinaria a livello realizzativo. Lazzari completa la festa in contropiede e il portiere Agazzi, dopo essere stato il migliore in campo a Palermo, ha confermato di meritare la fiducia. «Dedichiamo la vittoria a Daniele e al nostro ex capitano Diego Lopez che ha appena lasciato il calcio », così Cossu alla fine.
Bisoli sta lavorando bene, i sardi potranno stupire anche quest’anno, la Roma è da rivedere. Ma non avrà tanto tempo per leccarsi le ferite, visto che incombe il «terribile»debutto in Champions in casa del Bayern Monaco.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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