Circolare sbeffeggia il Papa E il governo inglese si scusa

LondraUn memorandum imbarazzante. Una nota interna al Foreign Office britannico, che però è finita su un quotidiano e, da lì, ha scatenato il putiferio. Nel mirino di quel memorandum-beffa c’è infatti il Papa, a cui vengono dati una serie di consigli decisamente non richiesti: e il tono irriverente ha messo in seria difficoltà il ministero d’Oltremanica. Che si è scusato, subito, di fronte alla pubblicazione di quei suggerimenti ben poco ortodossi per la prossima visita del Pontefice, ma si è comunque ritrovato in una situazione a dir poco spiacevole.
La gaffe è di quelle da incidente diplomatico, o quasi. C’è tempo fino a settembre per riparare il danno fatto, che è grosso. Forse uno dei peggiori, in termini d’immagine, di tutta la storia del ministero degli Esteri britannico. Il fatto è che per la visita del Santo Padre nel Regno Unito, prevista appunto dopo l’estate, un funzionario burlone del dicastero ha pensato bene di stilare una circolare con una serie di suggerimenti per Benedetto XVI. Per esempio: durante il soggiorno Oltremanica, il Papa dovrebbe lanciare una sua linea di preservativi: oppure dare la sua benedizione a un matrimonio gay.
Il titolo del memorandum dello scandalo è: «La visita ideale includerebbe...», e il condizionale era più che d’obbligo. Ideale, poi non si sa: quel che è certo è che è costata cara al fantasioso funzionario, pare giovane e ancora di basso rango. Ma di sicuro la mossa non ha contribuito molto alla sua carriera, visto che il ministero ha dovuto subito assicurare di aver già assegnato il colpevole ad altri incarichi.
La nota farsesca - pubblicata dal Sunday Telegraph - consiglia poi di chiedere al Papa di aprire una numero verde per le vittime degli abusi commessi dai sacerdoti e di inaugurare una clinica per gli aborti. Ma il giovane funzionario si è spinto oltre, ipotizzando perfino un duetto canoro tra il Pontefice e la regina Elisabetta II e le scuse ufficiali del Santo Padre per le azioni dell’Invincibile Armada, questione non proprio attuale, visto che è storia di oltre quattrocento anni fa.
Prima della pubblicazione della nota il quotidiano ha informato il Foreign Office e ha chiesto spiegazioni, oltre che reazioni. E la risposta è stata immediata: l’ambasciatore britannico presso la Santa Sede, Francis Campbell, secondo il Telegraph, si è già incontrato con «un alto funzionario vaticano» per presentare le più sentite scuse del governo di Sua Maestà per quella che viene definita «un’esplosione di follia». «È chiaramente un documento stupido che non riflette in alcun modo le politiche e le opinioni del governo britannico e del ministero degli Esteri» ha detto un portavoce del Foreign Office. E ha aggiunto: «Il testo non era stato approvato né fatto vedere a funzionari di grado più alto prima di essere messo in circolazione». Le scuse e le prese di distanza del ministero però potrebbero anche non essere sufficienti. Secondo alcuni critici infatti, le parole del funzionario potrebbero dare ai cattolici l’impressione che, a livello ufficiale e governativo, la Gran Bretagna non rispetti la loro fede. Peggio ancora, il documento potrebbe dare l’impressione che, a cinque mesi dalla sua visita nel Regno, il Pontefice sia un oggetto di scherno.
Non tutto però sarebbe perduto. Pur definendo il documento un esempio di cattiva educazione e «brutte maniere» Malcolm McMahon, vescovo cattolico di Nottingham, ha detto di sperare che si sia trattato semplicemente di «una frivolezza» e di non credere che i cattolici se la prenderanno «perché sono abituati ad essere presi di mira». Anche il coordinatore dell’organizzazione Catholic Voices ha sdrammatizzato: «È uno scherzo finito male, una cosa divertente che è andata fuori controllo. E credo che i cattolici la prenderanno così, ci penseranno oggi e domani se lo saranno già dimenticato».

La visita del Pontefice nel Regno Unito è in programma dal 16 al 19 settembre. Il Papa si recherà a Birmingham per la beatificazione del cardinale John Newman e poi in Scozia. Quella di Benedetto XVI è la prima visita papale in Gran Bretagna dopo quella compiuta da Giovanni Paolo II nel 1982.

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