La Cisl in imbarazzo espelle il "suo" uomo. L’allarme del Polo

La questione è controversa e tuttora senza risposta. Esiste un confine netto, un muro davvero invalicabile tra la sinistra radicale e coloro che perseguono l’eversione e la lotta armata? È questa la domanda che il centrodestra fa all'unione. E la Cisl dice: occorre essere vigili, anche in un’organizzazione come la Cisl che, storicamente si è schierata con decisione contro il brigatismo

La Cisl in  imbarazzo espelle il "suo" uomo. L’allarme del Polo

da Roma

La questione è controversa e tuttora senza risposta. Esiste un confine netto, un muro davvero invalicabile tra la sinistra radicale e coloro che perseguono l’eversione e la lotta armata? È questa la domanda che il centrodestra - nelle ore immediatamente successive all’arresto dei custodi della santabarbara delle nuove Br - torna a sottoporre ai partiti dell’Unione chiedendo di accendere i riflettori su quella zona grigia in cui si muovono i «duri» dei centri sociali e le ali estreme del mondo antagonista.
Un brodo di coltura che coinvolge talvolta anche il sindacato. E che spinge il segretario della Cisl, Raffaele Bonanni, a non derubricare a fenomeno velleitario questo rigurgito di violenza politica. «Occorre essere vigili, anche in un’organizzazione come la Cisl che, storicamente si è schierata con decisione contro il brigatismo» dice Bonanni. «La storia dimostra quanto questo fenomeno sia temibile». Dopo avere ricordato che l’arrestato è stato sospeso dalla Cisl «in attesa che la giustizia faccia il suo corso», Bonanni aggiunge: «Occorre fare barriera contro questo fenomeno e non con le porte sbarrate, ma facendo attenzione anche al linguaggio, contro questa che è la peste della democrazia».
Sul fronte del centrosinistra l’unico a prendere la parola è Marco Ferrando, portavoce del Partito comunista dei lavoratori. Lo fa per ricordare che «tutta la nostra storia, sia come Pcl, sia come correnti politiche che lo hanno preceduto, è stata segnata dalla netta contrapposizione politica e teorica a ogni deriva di tipo militarista». Un intervento che va messo in riferimento al fatto che il 19enne arrestato ieri aveva, nel 2005, aderito alla corrente di sinistra di Rifondazione. Nel territorio del centrodestra il più deciso nel porre il problema è Alfredo Mantovano di An. «C’è una pericolosa contiguità fra ambienti della sinistra antagonista e ambienti eversivi. Non si tratta solo di rivendicazioni ideologiche, per quanto esasperate ma di armi» fa notare l’esponente di An. «Non si tratta solo di protesta radicale, ma di fiancheggiamento; non si tratta solo di critica al sistema ma di solidarietà a terroristi. Fino a quando quella sinistra che intende contribuire alla dialettica democratica non tirerà una linea di confine invalicabile fra le une e le altre prospettive, ci sarà rischio per la sicurezza». Batte sullo stesso tasto Isabella Bertolini. «C’è un brodo di coltura filo-br, alimentato dall’irresponsabile buonismo e permissivismo di questa maggioranza». Una tesi imbracciata anche dall’azzurra Jole Santelli per la quale «manifestazioni come quella pro-Lioce o l’assoluzione degli autori del pamphlet contro il professor Biagi sono elementi che contribuiscono a creare un clima di ambiguità».

Chiude l’azzurro Maurizio Sacconi per il quale «il quadro investigativo sembra confermare la continuità di questo fenomeno con le precedenti formazioni per cui l’Italia sarebbe l’unico paese industrializzato segnato da una scia eversiva che dura da quasi 40 anni. Si conferma altresì la presenza del brigatismo nei luoghi di lavoro con lo scopo di collegare l’azione eversiva alle dinamiche sociali più radicali».

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