
Le fresche medaglie d'oro di Tampere, in Finlandia, nei mondiali Under 20 che hanno portato alla ribalta tra gli azzurri, per la prima volta nella storia primi nel medagliere, campioncini della Pro Patria come Kelly Douala, Erica Sarceni ed Elisa Valensin sembrano un miracolo se si considera che oggi a Milano l'atletica non è di casa. La situazione degli impianti sportivi è a dir poco disastrosa e su cinque piste non ce n'è una omologata per le gare. Basta un confronto con Berlino dove le strutture a disposizione sono 75, con Monaco che ne ha disponibili 64 o Londra che ne vanta 42 per capire che il biglietto da visita con cui la città ci si presenta alle imminenti Olimpiadi non è dei migliori, senza considerare che non esiste un impianto che possa ospitare manifestazioni indoor, senza considerare l'assurda vicenda dell'Agorà, il Palazzetto del ghiaccio ormai in stato di abbandono e il fatto che non ci sia una piscina olimpionica pubblica per il nuoto. Ma torniamo all'atletica. Il report che spiega quanto gli impianti milanesi abbiano bisogno di quell'attenzione negata in tutti questi anni in cui il dibattito "sportivo" è stato catalizzato dalla telenovela dello stadio Meazza, è del Comitato Regionale e Provinciale della Fidal che lo ha redatto in collaborazione con le società sportive che lavorano sul territorio. L'obbiettivo (e la speranza) è che possa essere d'aiuto all'amministrazione comunale per pianificare gli interventi futuri di cui si parlerà in un incontro a Palazzo Marino il prossimo 24 settembre. "In tutte le città europee l'atletica è parte integrante della pianificazione urbana- spiega il report della Fidal- Per riportarsi in linea Milano deve investire puntando sulla rigenerazione degli impianti esistenti e su nuove realtà polifunzionali e capillari sul territorio accessibili a cittadini, società e scuole".
E'lo sport per tutti, quello che Milano chiede e che manca. Quello che vede in città un'intensa attività agonistica giovanile che vanta quasi 50 società di atletica ed oltre 7mila tesserati che fanno i "salti mortali" per trovare gli spazi dove allenarsi. Non solo. C'è anche un "popolo" di amatori che chiede spazi e che per far sport è costretto ad "arrangiarsi" o ad iscriversi a strutture private.
Sotto la lente le piste. Nel 1987 gli impianti di atletica erano 11 oggi sono solo cinque ma nessuno è idoneo ad ospitare manifestazioni agonistiche. L'Arena, che ha visto il rifacimento del manto quattro anni fa, è danneggiata. Ci sono buche e strappi e quindi non è adeguata per l'allenamento degli atleti di livello tant'è che molte gare sono state spostate al Centro Atletica di Busto Arsizio. Non se la passa bene neppure il Centro XXV Aprile che ha una pista a sei corsie che, dopo il "retopping" di dodici anni fa ora necessita di un totale rifacimento così come la struttura indoor che servirebbe per gli allenamenti invernali ma che di fatto non è utilizzabile perchè ha vetri spaccati, è degradata e ci piove dentro. In condizioni difficili è anche il Centro sportivo Carraro, nella zona Sud di Milano. Dopo i lavori di riqualificazione di tre anni fa la situazione è sensibilmente deteriorata: la pista e le pedane sono invase dall'erba e dalle radici; la pedana del salto in lungo spesso si allaga perchè non è stata ben realizzata e la dotazione degli attrezzi per l'atletica è obsoleta. Dismesse sono anche le piste del Centro sportivo Colombo, dove attualmente è in costruzione una piscina; del Centro Sportivo Pavesi che è diventato sede del centro federale della pallavolo; del Centro sportivo Forza e Coraggio e del Centro sportivo di Rogoredo. Il Centro sportivo Pirelli ( Bicocca Stadium) è attulmente gestito dall'Università Bicocca, il Centro sportivo Giuriati dal Politecnico e il Centro sportivo Saini, in ristrutturazione, sarà poi affidato per 50 anni all'Università Statale. Un quadro desolante cui non si sottraggono neppure alcuni impianti scolastici dove erano presenti piste di atletica, ormai abbandonate come quella presso l'Istituto scolastico di Lampugnano ormai completamente degradata; quella del Centro scolastico di via Dini che è stata addirittura rimossa e quella dell'Istituto Besta praticamente inutilizzabile. Il report indica come interventi "prioritari" quelli dell'Arena, del Centro XXV aprile e del Centro Carraro elencando una serie di lavori che potrebbero essere effettuati nei prossimi due anni ipotizzando cifre che vanno da 1,5 milioni per l'Arena a 810mila euro per il XXV Aprile ai 650 mila euro per il Carraro.
"Per rilanciare lo sport e l'atletica a Milano- si legge nel dossier- bisogna renderla attrattiva ed accessibile a tutti. Bisogna avere la capacità di superare la logica dell'emergenza e pensare ad un modello di città che sia moderna, inclusiva ma soprattutto sportiva".