La città «invasa» dai 50mila giovani di Taizè

Il gruppo straniero più numeroso (11mila ragazzi) arriverà dalla Polonia. Migliaia saranno anche francesi, romeni, croati e spagnoli. Insieme agli italiani (30mila) e qualche giapponese e boliviano. Un’invasione pacifica e festosa che porterà a Milano per cinque giorni (dal 28 dicembre al primo dell’anno) i 50mila partecipanti all’incontro che ogni fine d’anno la comunità religiosa di Taizè organizza in una città europea.
I ragazzi, dai 17 anni in su, saranno ospitati dalle famiglie di 400 parrocchie della diocesi. «Ne mancano ancora seimila, serve un ultimo sforzo» spiega Frère Emile nello stanzone in via Calatafimi diventato il «quartier generale» dell’incontro. Il movimento ha coniato uno slogan: «2 metri quadri al caldo=1 giovane accolto». «Arrivano con sacco e pelo a materassini. Chi li ospita dovrà solo preparare loro la colazione e il pasto del primo dell’anno. Al mattino saranno prima nelle parrocchie e dalle 12 in poi alla vecchia Fiera». Lì saranno organizzati laboratori e momenti di riflessione e preghiera (venerdì 30 arriverà l'arcivescovo Dionigi Tettamanzi). Servirà un intero padiglione per distribuire pasti e cene (90mila al giorno). E in tarda serata i giovani faranno ritorno nelle case. «Non porteranno grande disturbo alle famiglie, insomma. Aprire la propria casa a uno o più estranei non è facile, è il contrario di quello che succede di solito. Ma chi l’ha fatto, in tutta Europa, ha detto di aver ricevuto più di quel che ha dato». Per accogliere i ragazzi basta chiamare gli organizzatori allo 02-581971 o contattare la propria parrocchia. C’è anche un sito internet (www.taize.fr) e un indirizzo di posta elettronica (info@taize-milano.net) per avere informazioni.
L’incontro torna a Milano dopo sette anni. «Nel ’98 ci fu una grande accoglienza», dicono gli organizzatori. E anche stavolta è scattata la «gara» per ospitare i ragazzi. Si è cercato di sistemarli a non più di un’ora di viaggio dalla Fiera. «Ma ci sono parrocchie che, pur di accoglierne, stanno organizzando a loro spese dei pullman che portino i giovani fino al metrò. È successo a Legnano, Carate Brianza, Vimercate». Questo sarà il primo incontro di fine anno senza il suo fondatore del movimento. Fra Roger è stato ucciso lo scorso agosto da una squilibrata. Riuscì a dettare le prime righe della lettera che per tradizione leggeva ai ragazzi ai raduni di fine anno. «Ognuno a Milano sarà chiamato a completarla aprendosi all’invito che essa contiene» dice Frère Alois, il nuovo priore. Nel salone di via Calatafimi sono tante le foto di frère Roger, con la sua veste bianca in mezzo a giovani e sofferenti.

«Il suo insegnamento continuerà a vivere - dicono i fratelli di Taizè -. Ai ragazzi diremo: finito l’incontro tornate nelle vostre parrocchie e portate un segno di speranza. Non restate indifferenti di fronte a difficoltà e sofferenza».

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