Emergenza gabbiani a Roma. Sono ormai centinaia. I più grandi uccelli della capitale. Aggressivi durante la stagione degli amori e della cova. Imbrattano di guano palazzi e monumenti e intasano con escrementi e penne i condotti di scarico dei terrazzi. Rappresentano, secondo alcuni, una minaccia per la salute. Come affrontarli? Con «superfalchi» da combattimento o meccanici e telecomandati. Con mangimi anticoncezionali. Oppure bucandone le uova nei nidi.
Ma gli ornitologi sottolineano i pregi di questi grandi volatili marini: ripuliscono le rive e le acque di Tevere e Aniene di pesci e animali morti e da ogni sorta di sporcizia di origine biologica, inclusi gli escrementi, e limitano lespansione esponenziale dei piccioni, cacciandoli o divorandone uova o pulcini. «Eppoi, pur essendo animali ormai infestanti, sono pur sempre una specie protetta e in assenza di unordinanza del sindaco anche bucarne le uova sarebbe illegale», ricorda Giacomo DellOmo, lornitologo ideatore del sito birdcam.it, che consente di vedere on line la vita segreta nei nidi di falchi pellegrini alluniversità. Daltra parte i gabbiani si mostrano sempre meno impauriti degli uomini e non è raro vederli insediati in attici o terrazzi del centro storico, durante il periodo invernale, quando questi non sono utilizzati. «Quando poi, ad aprile, i proprietari cercano di riprenderne possesso, i gabbiani ormai ne hanno fatto il proprio territorio e vi hanno nidificato, quindi vivono luomo come un intruso e lo aggrediscono, prendendo il volo e lanciandosi in picchiata per colpirlo con il becco sulla testa. E la beccata di un uccello di un chilo e mezzo con unapertura alare di due, può far male, anche se basta fare ampli gesti con le mani e per farli fuggire».
Ma cè chi invoca lallontanamento di questi grandi volatili. Uno dei sistemi più nuovi è lutilizzo del «falco-robot», un aereo telecomandato, a forma di falco, ideato da un chirurgo maxillo-facciale di Bologna. «Certo i gabbiani si spaventano», spiega Paolo Taranto, biologo e falconiere, che ha contribuito alla sua realizzazione. «Ma, essendo animali molto intelligenti, potrebbero alla lunga abituarsi e non spaventarsi più». Un intervento più radicale può essere il ricorso ad uccelli da preda: i «superfalchi». «I falchi normali, però, non hanno né la potenza, né laggressività, né il motivo di far allontanare uccelli predatori come loro, di dimensioni simili», spiega Taranto. «E i gabbiani, vedendo che i falchi non li aggrediscono, finiscono per abituarsi alla loro presenza. Per scacciarli definitivamente quindi si deve far ricorso agli ibridi, cioè a degli esemplari di Girfalco - il falco più grande in natura - incrociati, con altri falconiformi. Questi ibridi sono più aggressivi dei falchi puri e non esitano ad attaccare i gabbiani, ferendoli o uccidendoli». Ma si tratta di un intervento costoso: un falconiere con il suo «parco» di falchi costa tra i 200 e i 300 euro al giorno. Ma cè chi propone sistemi più indolore, come la somministrazione di mangimi sterilizzanti, già utilizzati per i piccioni. Questi mangimi contengono la nicarbazina, sostanza che blocca la fertilità degli uccelli. «A differenza dei piccioni, però, non è facile convincere i gabbiani a nutrirsi di questo mangime», spiega ancora DellOmo. «E poi questi prodotti possono rendere sterili uccelli di altre specie, magari in via di estinzione ed hanno effetto soltanto se gli uccelli li mangiano continuamente, altrimenti la loro efficacia si interrompe». Forse il sistema più efficace resta quello di bucare le uova, lasciandolo nel nido. «In questo modo il gabbiano continua la cova delle uova ormai sterili e non va a depositarne altre altrove».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.