«La città è rinata Ora possiamo di nuovo respirare»

da Napoli

Maurizio Marinella, il «re» delle cravatte, nei primi mesi dell’anno, quando la situazione rifiuti peggiorava giorno dopo giorno e sembrava un problema senza soluzione, annunciò: «Basta, chiudo il mio negozio, non voglio attrarre i turisti e fargli sentire quanto puzza Napoli». Anche se l’estate era lontana, si temeva comunque l’arrivo del caldo e la prospettiva di malattie infettive, con tutti quei cumuli accatastati nelle strade del centro e della periferia di Napoli. L’estate è arrivata, l’incubo è svanito, Maurizio Marinella è restato nel suo antico negozio all’inglese della Riviera di Chiaia. «Finalmente posso dire che Napoli è più pulita. C’è un nuovo entusiasmo in città mentre prima ci sentivamo depressi e avviliti. Adesso quando si va fuori, la prima domanda non è più sui rifiuti. Al limite è la terza».
Respirano, finalmente, aria pura, anche la periferia e i comuni della «cinta». In via Ghisleri, a Scampia, le collinette di monnezza non ci sono più. Maria Antonietta, 32 anni, sembra soddisfatta. «Non parlo solo per il mio quartiere ma in generale: stiamo riavendo una città più decente. Ci volevano l’esercito e Berlusconi per rimettere un po’ a posto le cose. E i vigili del fuoco che hanno lavorato per colpa di chi appiccava il fuoco alla monnezza. E nelle nostre case entravano fumo e diossina».
In un’altra strada, simbolo della emergenza invernale e primaverile, viale Europa a Melito, Arturo, commerciante, parla di «incubo finito» e Rosetta, una massaia di 47 anni, racconta: «Sono separata da mio marito, avevo deciso di andarmene e vivere da mio figlio, che lavora nel bergamasco e lasciarmi questo schifo dietro di me. Le amicizie, gli affetti, sembravano essere diventati poco importanti nella mia vita. Aspettavo la risposta di un lavoro ma, adesso, non so se accetterò».
Per il nuovo «volto» di Napoli tirano finalmente un sospiro di sollievo anche i commercianti, tra i più danneggiati dall’emergenza rifiuti. Il presidente dell’Ascom (l’associazione di categoria), Antonio Pace, titolare di uno dei più importanti ristoranti della città, ritiene che «il problema della spazzatura si stia avviando a soluzione definitiva». Pace, però, ricorda che Napoli sta «morendo a causa di altri problemi, ancor più gravi e di difficile soluzione: quello dei rifiuti era il più evidente e la sua soluzione non vorrei che nascondesse tutto il resto».

Il presidente dei commercianti rivolge un appello al «governo che ha risolto il problema della spazzatura ma adesso deve mostrare i muscoli anche contro la criminalità». Ma, sul ruolo di Comune, provincia e regione, riguardo ai tanti altri problemi che assillano Napoli Pace è lapidario: «Dove sono?».

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