In città sempre troppi cani abbandonati, ora ci si mettono anche gli immigrati

La denuncia dell'associazione animalista Aidaa: «Da luglio a Ferragosto segnalati oltre ottocento casi di abbandono. E i vigili urbani continuano a non intervenire lasciandoli vagare per la città»

Nonostante gli appelli in televisione e alla radio la situazione del randagismo a Roma resta sempre molto grave. Oltre al malcostume nostrano ora ci si mettono anche gli immigrati dall'est Europa, soprattutto romeni, che usano i cani per l'elemosina e poi quando sono grandi li abbandonano. Così ogni giorno il telefono amico dell'associazione Aidaa riceve dalle 12 alle 25 segnalazioni relative all'avvistamento di cani vaganti in città e nella prima cintura periferica di Roma. A questi vanno aggiunte almeno altre 10-12 segnalazioni di ritrovamenti di cani randagi che vengono soccorsi e provvisoriamente gestiti da volontari di diverse associazioni animaliste, in attesa di trovare loro una nuova casa.
Dal 1 luglio al 15 agosto complessivamente dalla capitale Aidaa ha ricevuto circa 800 segnalazioni di cani abbandonati e vaganti, e tra esse molte si riferiscono a cucciolate abbandonate lungo le strade della capitale. L'ultimo caso di oggi riguarda il ritrovamento di un cane abbandonato - legato - sul grande raccordo anulare».
«È dalla fine del 2008 che a Roma i canili pubblici non ricevono più cani se non in caso di animali feriti o sottoposti a sequestro. Lo stesso dicasi per le catture degli animali vaganti che di fatto sono sospese - dice Lorenzo Croce presidente di Aidaa -. La situazione del randagismo nella capitale è grave, tra le segnalazioni che riceviamo ve ne sono diverse provenienti dalla prima cintura periferica romana che parlano di branchi di cani selvatici che si spostano in zone cittadine creando in alcuni casi anche situazioni di disagio alla popolazione dell'urbe». «Ci chiediamo inoltre - continua Croce - come sia possibile che ad ogni richiesta di intervento la polizia municipale risponda in maniera negativa facendo orecchie da mercante ed in alcuni casi invitando la persona che effettua la segnalazione a lasciare il cane dove si trova, contravvenendo di fatto a quanto contenuto nella legge nazionale 281 del 91 contro il randagismo che dà ai Comuni, ed in particolare al sindaco, l'obbligo di garantire il servizio di cattura dei randagi e impone ai Comuni di dotarsi di un canile comunale.

Non spetta certo a me ricordare che la mancata ottemperanza dei dettami di una legge è un reato, così come è un reato penale favorire l'abbandono degli animali punito, in caso di abbandono di cani, anche con una pena detentiva». «Mi chiedo se per affrontare in maniera risolutiva la questione del randagismo a Roma sia necessario - conclude Croce - attendere che accadano fatti come quelli già tristemente visti ultimamente in Sicilia». 09

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