Ecco quanto vale l'impero di Armani

Il gruppo indipendente da 2,3 miliardi di ricavi annui e il patrimonio stimato fino a 12 miliardi di dollari: l'eredità di Armani

 Ecco quanto vale l'impero di Armani
00:00 00:00

È morto Giorgio Armani. Con lui se ne va a 91 anni non solo il maestro che ha vestito divi e potenti, ma l’uomo che ha dato all’Italia un volto di eleganza sobria e inconfondibile. La sua firma, cucita su giacche destrutturate e abiti da red carpet, è diventata negli anni un simbolo planetario, capace di trasformarsi in un impero economico da 2,3 miliardi di euro di ricavi annui e in un patrimonio personale stimato attorno ai 12 miliardi di dollari. Un marchio rimasto sempre indipendente, costruito mattone dopo mattone, dagli atelier di Milano agli hotel di Dubai, fino alle residenze di lusso e ai musei che ne custodiscono la memoria.

Un colosso economico

Come riporta Reuters, il Gruppo Armani ha chiuso il 2024 con ricavi netti per 2,3 miliardi di euro, in leggero calo rispetto all’anno precedente ma su livelli che confermano la solidità di una delle poche maison rimaste nelle mani del fondatore. A valori retail, l’impatto commerciale supera i 6 miliardi di euro, sostenuto dal lavoro di circa 8.700 dipendenti in tutto il mondo. L’EBITDA si è attestato a 398 milioni di euro, mentre la liquidità netta è rimasta robusta, sopra i 500 milioni: numeri che certificano la salute di un gruppo che ha sempre fatto della prudenza e dell’autonomia la propria forza.

Il patrimonio personale

Sul piano individuale, Armani era considerato lo stilista più ricco del pianeta. Secondo Forbes, il suo patrimonio ammontava a circa 12 miliardi di dollari, mentre stime di Bloomberg lo collocavano poco sotto i 10 miliardi. Un tesoro che lo rendeva non solo un’icona creativa, ma anche uno degli uomini più influenti d’Italia, capace di rimanere estraneo a logiche di acquisizione o quotazione in Borsa e di difendere con ostinazione l’indipendenza della sua azienda.

Alberghi e residenze di lusso

Negli anni Armani ha ampliato la sua visione oltre la moda. Nel 2010 ha aperto l’Armani Hotel Dubai, distribuito nei primi 39 piani del Burj Khalifa, un progetto nato in collaborazione con Emaar Properties e diventato emblema del suo stile minimale. L’anno successivo ha inaugurato l’Armani Hotel Milano, nel cuore del Quadrilatero della moda, trasformando anche l’ospitalità in un’estensione della sua estetica. A queste operazioni si sono aggiunti progetti residenziali come le Armani Beach Residences negli Emirati e il complesso di Madison Avenue a New York, dove boutique, ristorazione e appartamenti di lusso convivono in un unico spazio.

Un universo di brand

Il marchio Armani ha sempre abbracciato diversi mondi: dalla haute couture di Armani Privé al prêt-à-porter Emporio Armani e Armani Exchange, dal design di interni con Armani/Casa alla cosmetica e profumeria con Armani Beauty. Il gruppo ha saputo presidiare anche la ristorazione con i caffè e i ristoranti Emporio Armani e i club Armani Privé. Nel 2015 è stato inaugurato a Milano l’Armani/Silos, museo-archivio che custodisce oltre 600 capi e duecento accessori, testimonianza viva di una carriera che ha attraversato cinque decenni.

L’eredità

La morte di Giorgio Armani apre ora una pagina delicata per il futuro del gruppo. Ma i numeri, i luoghi e i simboli raccontano un’eredità che va ben oltre la moda: un impero che ha reso lo stile un’economia globale, un marchio che ha trasformato la sobrietà in business miliardario.

Con Armani si chiude un capitolo irripetibile della moda italiana, ma resta l’esempio di un uomo che ha dimostrato come la creatività possa diventare impresa, e come un nome possa incarnare, per mezzo secolo, l’identità di un Paese.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica