
I punti chiave
Negli ultimi giorni, da Milano a Napoli passando per Roma, si è diffusa una nuova paura urbana: quella di essere derubati con un semplice tocco. Si tratta di una truffa che, secondo alcune ricostruzioni virali, avverrebbe con un Pos mobile, ovvero quei lettori di carte di credito contactless che ormai molti esercenti utilizzano per ricevere pagamenti rapidi. Video rilanciati sui social mostrano presunti malviventi che sfiorano i portafogli dei passanti con questi dispositivi e, in pochi secondi, incassano piccole somme. Alcuni di questi filmati, però, sono stati smascherati: non solo non sono girati in Italia, ma sembrano messi in scena, con attori e situazioni costruite. Tuttavia, un episodio reale – l’arresto a Sorrento di una donna trovata in possesso di un Pos e sospettata di aver compiuto una truffa da 9.000 euro – ha riacceso l’allarme.
La truffa
Ma è davvero possibile perdere soldi in questo modo, senza accorgersene? Dal punto di vista tecnico, i Pos mobili funzionano attraverso la tecnologia NFC (Near Field Communication), che permette transazioni rapide avvicinando una carta o uno smartphone al dispositivo. Gli smartphone, però, sono altamente protetti: per completare un pagamento servono l’autenticazione biometrica o un codice. Le carte di credito contactless, invece, permettono spese fino a 50 euro senza inserimento del pin, ed è su questo margine che si concentra l’attenzione dei truffatori. In teoria, è possibile che una carta, tenuta in un portafoglio vicino all’esterno, possa essere attivata da un Pos nei pressi. Ma nella pratica, questo tipo di frode è difficile da portare a termine, e comunque produce una notifica immediata sullo smartphone dell’intestatario.
Le carte rubate
Le truffe più efficaci avvengono con carte rubate: il malintenzionato, in possesso del Pos, può effettuare diversi micropagamenti sotto la soglia dei 50 euro, passando inosservato fino a quando il titolare non blocca la carta. Ma qui entra in gioco un elemento decisivo: per attivare un Pos serve registrarsi con documenti, codice fiscale e verifica dell’identità. Dunque ogni transazione è potenzialmente tracciabile, e risalire al truffatore non è impossibile. Ecco perché queste tecniche, per quanto mediaticamente accattivanti, rappresentano più un’eccezione che una regola nel mondo delle frodi digitali.
Come proteggersi
Per proteggersi, meglio non affidarsi a portafogli “anti-NFC” venduti online, che secondo uno studio italiano del 2023 non offrono una reale barriera. Piuttosto, si consiglia di tenere nel portafoglio più carte sovrapposte o documenti plastificati così da creare interferenze che ostacolano il segnale.
Meglio ancora, attivare le notifiche in tempo reale per ogni pagamento e controllare regolarmente i movimenti bancari. In caso di transazioni sospette, è importante contattare subito la banca e bloccare la carta. La tecnologia, quando usata consapevolmente, resta la miglior alleata contro i borseggi digitali.