Imu, sconto in caso di addebito diretto sul conto corrente: cosa può cambiare con la riforma

Il nuovo decreto tributi locali potrebbe incentivare i debitori a saldare il dovuto, riducendo anche le sanzioni

Imu, sconto in caso di addebito diretto sul conto corrente: cosa può cambiare con la riforma
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Con la revisione del sistema dei tributi locali, che di recente ha ottenuto il primo via libera dopo l'approvazione preliminare del relativo decreto per opera del Consiglio dei ministri, potrebbero cambiare tante cose per quanto concerne la gestione delle tasse da parte degli enti teritoriali, Imu compresa.

E nell'analisi si parte proprio dalla tassa sulle case, dal momento che si avvicina a grandi passi la scadenza dell'acconto, da versare entro lunedì 16 giugno: un appuntamento d'obbligo per i possessori di immobili diversi dall'abitazione principale, per la quale si paga comunque qualora essa rientri nelle categorie di lusso A/1, A/8 e A/9, di aree fabbricabili e di terreni agricoli. Nel momento in cui la riforma entrerà in vigore in via definitiva, i Comuni, sfruttando questa maggiore autonomia ma entro certi limiti, avranno la facoltà di incentivare il pagamento da parte dei debitori creando delle nuove forme di "definizione agevolata". Cosa significa in concreto?

Anche allo stato attuale uno degli strumenti che consentono al contribuente moroso di ridurre il peso del proprio debito, messo nero su bianco sulle cartelle esattoriali, è rappresentato dalle sanatorie approvate periodicamente dal governo: la "definizione agevolata" da un lato consente all'Erario di incassare un credito che ha difficoltà a riscuotere, dall'altra dà modo al debitore di mettersi in regola pagando quanto dovuto originariamente senza aggiungere gli interessi di mora, le sanzioni e l'aggio.

Fino a oggi la legge non consentiva agli Enti territoriali di provvedere a stabilire delle agevolazioni di uscita dal debito per i contribuenti: questo limite, tuttavia, sta per crollare per effetto della riforma dei tributi locali, che si pone come obiettivo primo proprio quello di incentivare il pagamento spontaneo da parte del moroso. L'Istituto per la Finanza e l’Economia Locale rivela che l'Imu non riscossa è pari al 7,6% del gettito totale, la Tari al 15,9% e le multe non pagate al 28,4%. Il decreto ha proprio lo scopo di porre rimedio a questa situazione, consentendo anche agli Enti locali di determinare autonomamente forme di "definizione agevolata", tagliando interessi e sanzioni per convincere il debitore a rimettersi in regola.

All'art.2 della riforma si spiega che gli Enti territoriali, "in osservanza dei principi di cui agli articoli 23, 53 e 119 della Costituzione, dei principi generali dell’ordinamento tributario nonché nel rispetto dell'equilibrio dei relativi bilanci, e con particolare riguardo a crediti di difficile esigibilità, possono introdurre autonomamente, con le forme previste dalla legislazione vigente per l'adozione dei propri atti destinati a disciplinare tributi di loro spettanza, tipologie di definizione agevolata che prevedono l'esclusione o la riduzione degli interessi o anche delle sanzioni, per le ipotesi in cui, entro un termine appositamente fissato da ciascun ente, non inferiore a sessanta giorni dalla data di pubblicazione dell'atto nel proprio sito internet istituzionale, i contribuenti adempiano ad obblighi tributari precedentemente in tutto o in parte non adempiuti".

Per promovere questo incentivo si prevede la possibilità di introdurre un'ulteriore riduzione del 5% del debito, fino a un massimo di mille euro, ai morosi che consentiranno di addebitare quanto dovuto direttamente sul proprio conto corrente. Da un lato il Comune avrà una garanzia di incasso in tempi più rapidi, dall'altro il contribuente non dovrà occuparsi di pagare e vedrà ridursi la portata del debito.

Oltre ciò, il decreto prevede per il Comune la possibilità di agire nei confronti di un moroso (che si tratti di Imu, Tari o multe) 60 giorni dopo la scadenza e non più 180.

Sono stati unificati gli adempimenti dichiarativi relativi all’Imu in un unico modello da inviare telematicamente, ed è stata disposta l'integrazione del modello con le informazioni relative agli immobili occupati abusivamente. Cambierà anche il regime sanzionatorio:

  • sanzione piena al 100% per omessa dichiarazione Imu, Tari e imposta di soggiorno, con minimo 50 euro, (ad oggi è dal 100% al 200%);
  • sanzione ridotta al 40% per la dichiarazione infedele (attualmente tra 50% e 100%).
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