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Incrementi fino al 3%: cosa accade allo stipendio nel 2023

Per capire quale aliquota andrà applicata alla propria busta paga bisognerà valutare il lordo: l'aumento dell'1,5% è previsto solo per i dipendenti pubblici

Incrementi fino al 3%: cosa accade allo stipendio nel 2023

A partire dal 1° gennaio del prossimo anno i lavoratori italiani, a seconda del peso della propria busta paga, potranno beneficiare di un aumento di stipendio del 2% o del 3%.

Si tratta in realtà dello stesso bonus, che viene conteggiato in modo differente. Quello che incrementa il netto del 2% (bonus contributi), a parità di lordo, è stato già stabilito lo scorso 1 luglio 2022 all'interno del dl Aiuti-bis. Un incentivo inizialmente limitato all'anno in corso, ma che la Manovra ha prorogato fino a tutto il 2023. Nella stessa legge di Bilancio, inoltre, il bonus contributi è stato innalzato fino al 3% per i lavoratori che percepiscono uno stipendio più basso. Dunque, come anticipato, si tratta del medesimo beneficio attuato tramite uno sgravio contributivo del 2% o del 3%, a seconda della retribuzione percepita dai dipendenti. Il secondo bonus introdotto in Manovra è invece quello previsto per i lavoratori del settore pubblico: in attesa del rinnovo previsto per il triennio 2022-2024 (che non sarà concluso prima del 2024), infatti, è stato decretato un aumento lordo dell'1,5% dello stipendio tabellare.

Tra questi due incentivi vi sono profonde differenze. A partire dal fatto che il primo non è cumulabile: al lavoratore spetta lo sgravio del 2% o quello del 3%. Nel caso dei dipendenti pubblici, invece, si può applicare in busta paga sia lo sgravio contributivo che l'aumento dell'1,5%.

Bonus 2%

Introdotto dal dl Aiuti-bis a luglio, esso prevede il taglio del 2% della quota contributiva prevista per il dipendente, che verrà tuttavia riconosciuto esclusivamente per le buste paga il cui importo imponibile previdenziale non superi i 2.692 euro. Come detto, tale beneficio è stato prorogato in Manovra per tutto il prossimo anno. Ciò significa che, per ogni busta paga 2023 il cui lordo risulti pari o inferiore a suddetta cifra, verrà effettuato uno sgravio contributivo del 2%: a parità di lordo, il netto sarà superiore, con un risparmio massimo fissato a 53,84 euro mensili. Ovviamente questo beneficio sul netto sarà in parte eroso dal conseguente incremento della quota Irpef prelevata: nel caso in cui si versino meno contributi previdenziali, l'importo dell'imposta crescerà di conseguenza.

Bonus 3%

La legge di Bilancio 2023 ha previsto un innalzamento del bonus contributi fino al 3%, non cumulabile col precedente e limitato ai dipendenti che percepiscono uno stipendio più basso. Il taglio, in questo caso, sarà effettuato solo su tutte quelle buste paga il cui importo non risulti superiore alla soglia di 1.584 euro lordi. L'incremento massimo possibile con lo sconto contributivo sarà pari a 47,52 euro.

Anche in questo caso, ovviamente, bisognerà tenere conto che una riduzione dei contributi previdenziali incrementerà il prelievo Irpef sullo stipendio.

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