Saldare i debiti con la pensione, quando possono pignorarle

In alcuni casi una parte dell'importo mensile viene trattenuto e ceduto ai creditori. Il passaggio è diretto, e scavalca il pensionato. Ecco come funziona

Saldare i debiti con la pensione, quando possono pignorarle
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Ci sono casi in cui l'inadempiuto pagamento di un debito può portare anche al pignoramento della pensione, come strumento di esecuzione forzata. In pratica, una parte dell'importo viene trattenuta e ceduta ai creditori. Il passaggio è diretto, e scavalca il pensionato. Ma come funziona?

Il pignoramento della pensione

In sostanza si tratta di un "pignoramento presso terzi", e viene regolamento dall'articolo 543 del Codice di procedura civile. Al creditore, ossia colui che deve essere ripagato, spetta il diritto di vedere soddisfatte le proprie pretese e quindi di potersi rivalere su quelle risorse che non sono ancora nelle disponibilità del debitore, ma di un soggetto terzo. Come recita il Codice, "il pignoramento di crediti del debitore verso terzi o di cose del debitore che sono in possesso di terzi, si esegue mediante atto notificato al terzo e al debitore a norma degli articoli 137 e seguenti".

Dunque, il pignoramento della pensione è possibile, anche se entro determinati limiti. Un minimo di importo, infatti, deve sempre essere garantito al pensionato e ciò viene stabilito ogni anno, tenendo conto del costo della vita. Lo scorso 1 gennaio 2024 l'importo non pignorabile è stato aggiornato.

Chi può essere pignorato e quali sono i limiti

La prima regola che va tenuta presente è che non tutte le pensioni possono essere pignorate. La procedura può essere effettuata sui trattamenti previdenziali, ma non su quelli assistenziali, come invalidità civile o assegno sociale. Può essere colpita da pignoramento, invece, la pensione di reversibilità.

Della pensione, tuttavia, non può essere pignorato tutto. C'è un tot che deve restare a disposizione del pensionato. Sappiamo che una parte dell'importo che sia 2 volte l'assegno sociale non può essere sottratto in alcun modo. Come si legge nell'articolo 21-bis del decreto-legge n. 115 del 2022, che ha modificato il limite di impignorabilità delle pensioni, "le somme da chiunque dovute a titolo di pensione, di indennità che tengono luogo di pensione o di altri assegni di quiescenza non possono essere pignorate per un ammontare corrispondente al doppio della misura massima mensile dell’assegno sociale, con un minimo di 1.000 euro. La parte eccedente tale ammontare è pignorabile nei limiti previsti dal terzo, dal quarto e dal quinto comma nonché dalle speciali disposizioni di legge".

Va dunque raddoppiato l'importo dell'assegno sociale aggiornato al 2024 per sapere quale parte della pensione non sarà toccata. Da momento che questo anno parliamo di 534,41 euro (importo assegno sociale), la parte di trattamento che non sarà soggetta a pignoramento è 1.068,82 euro. Di quel che resta può poi essere sottratto un quinto. Su una pensione di 1.500 euro, quindi, si può pignorare solo il 20% di 431,18 euro, ossia 86,23 euro. In caso di più creditori, invece del 20% si preleverà il 40%.

Come può rivalersi Agenzia delle entrate

Questa procedura può essere applicata anche dal Fisco in caso di cartelle esattoriali da riscuotere. In questo caso specifico, però, si può pignorare un decimo sugli importi fino a 2.500 euro, un settimo sugli importi tra 2.500 e 5.000 euro, e un quinto su importi superiori ai 5.000 euro.

Come si arriva al pignoramento della pensione

Come abbiamo visto, dunque, qualsiasi creditore può richiedere il pignoramento presso terzi. Ci deve però essere la disposizione del giudice.

Il pignoramento può avvenire prima che l'assegno venga versato al pensionato, oppure dopo, quando viene accreditata sul conto corrente. Per cercare di fermare questa procedura, si può tentare un'opposizione, avvalendosi di un avvocato.

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