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Stralcio delle cartelle, i comuni rossi dicono "no" e fanno cassa

Poche le amministrazioni comunali inclini ad accettare la proposta del governo per venire incontro ai cittadini. Le grandi città amministrate dalla sinistra hanno già detto "no": troppi i milioni in ballo da sacrificare

Stralcio delle cartelle, i comuni rossi dicono "no" e fanno cassa

Stralcio delle cartelle e delle sanzioni emesse dai Comuni? A quanto pare sarebbero pochi gli Enti locali disposti ad aderire alla proposta del governo inserita nella legge di Bilancio. Non potendo conoscere la situazione di ogni singolo comune italiano, l'esecutivo ha infatti lasciato alle amministrazioni cittadine la facoltà di decidere se cancellare o meno quelle multe inferiori a mille euro emesse nel periodo di tempo compreso tra il 2000 e il 2015.

Purtroppo, se i cittadini si aspettavano una boccata d'aria, andranno incontro a un'amara delusione. Dalle informazioni che arrivano, infatti, non sono molti i comuni che hanno scelto di aderire. Il termine ultimo per confermare o meno l'adesione allo stralcio è il 31 di marzo, ma le voci che girano adesso sono già abbastanza chiare. Beppe Sala e Roberto Gualtieri, sindaci di Milano e Roma, hanno fatto sapere fin da subito che non avrebbero consentito alcuna cancellazione delle sanzioni. Come loro, molti altri primi cittadini.

I Comuni si trovano con le casse vuote, per cui è impossibile pensare di rinunciare alla riscossione di cartelle come Imu e Tari, stesso discorso per le multe stradali. Secondo l'Associazione Nazionale Comuni Italiani (Anci), le amministrazioni locali sono arrivati a un ammanco complessivo che supera i 600 milioni.

Non solo. Secondo l'Istituto per la Finanza e l'Economia Locale (Ifel), molti Comuni vengono già esclusi dalla misura proposta dal governo. Questo perché, come spiegato a Il Tempo da Alessandro Canelli, "la manovra consente l’adozione dello stralcio sotto i mille euro solo ai comuni che affidano la riscossione all’Agenzia delle entrate, tagliando fuori chi riscuote i tributi da sé o si affida a società esterne".

Il risultato è che, almeno fino ad ora, sono pochi i Comuni che hanno optato per l'adesione. Il Comune di Napoli, fa sapere Il Mattino, starebbe ancora riflettendo sulla questione. L'assessore alle finanze Pier Paolo Baretta ha dichiarato che l'amministrazione sta cercando di capire quale potrebbe essere l'impatto sul bilancio. Non sarebbe, dunque, un "sì" o un "no" a priori, quanto piuttosto una scelta ponderata. Dello stesso avviso anche Lecce e Arezzo.

Tanti, invece, i Comuni che hanno rifiutato. Specie quelli più grandi. Milano e Roma, come abbiamo detto, hanno già opposto un diniego. Il capoluogo meneghino, del resto, incassa molto dalle sanzioni stradali: ben 100 milioni nel soltanto nel 2021. Roma, invece, è riuscita a ricavarne 95. Scettico anche il Comune di Torino.

Raffica di "no" sono arrivati anche da Bologna, che ha parlato di "ragioni di equità fra cittadini", Firenze, Piacenza e Verona.

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