Fabrizio de Feo
nostro inviato a Rimini
Un travolgente Berlusconi-day che regala al leader dell'opposizione la scossa di adrenalina necessaria alla ripresa politica autunnale. Gli applausi scroscianti per esponenti di punta della Casa delle libertà entrati nel cuore del movimento come Marcello Pera e Giuseppe Pisanu. E la novità dei fischi rivolti verso esponenti del centrosinistra, in ordine di apparizione e di disapprovazione Paola Binetti, Francesco Rutelli e Guglielmo Epifani, tutti già intervenuti negli anni passati alla kermesse riminese a mai fatti oggetto di contestazioni sonore.
Cala il sipario sull'edizione 2006 del Meeting. E il bilancio «politico» segna, nei fatti, uno spostamento a destra della manifestazione. Un riflesso forse neppure troppo voluto dallo stato maggiore del movimento, attento a non compromettere l'identità di Cielle e a farne una dépendance di un partito politico. Ma condizionato dagli umori di un popolo dalle profonde tradizioni cattolico-liberali che fa fatica a riconoscersi perfino nelle ali riformiste del centrosinistra. Una naturale idiosincrasia verso larga parte dell'Unione che provoca reazioni stizzite da parte di chi, in quella coalizione, non disdegnerebbe affatto uno sfondamento dalle parti di Cl.
Basta leggere l'editoriale di Europa, il giornale della Margherita, per rendersi conto dell'umore dominante. «Il movimento sembra aver perso l'anima», scrive il quotidiano. «Il dubbio, purtroppo occorre dirlo, è che Cielle non sia sopravvissuta al suo fondatore e capo carismatico, don Giussani. Berlusconi non è nemmeno un ateo devoto alla Pera o alla Ferrara, un più o meno credibile difensore dei valori in cui Cielle ha sempre creduto».
Se il Meeting, insomma, doveva servire ad accendere la scintilla per innescare un dialogo tra i poli, dopo il quasi pareggio delle ultime elezioni politiche, la missione è fallita. Il popolo di Cielle ha dimostrato le sue preferenze e lo ha fatto così apertamente da provocare qualche imbarazzo negli organizzatori. Non è un caso che il leader laico di Cielle, Giancarlo Cesana, intervenga per gettare acqua sul fuoco delle polemiche e prenda la distanza dalla proposta berlusconiana di far partire dal movimento la creazione del nuovo partito delle libertà. «Non credo che Berlusconi avesse intenzione di far diventare don Giussani un volantino di Forza Italia», spiega Cesana, rispondendo a chi gli chiede se si senta strumentalizzato dal presidente di Forza Italia, che al Meeting aveva citato ripetutamente il fondatore di Cl, raccontando come don Giussani una volta lo avesse definito «l'uomo della Provvidenza». «Credo che Berlusconi abbia una stima sincera di don Giussani, e anche se avesse certe intenzioni, non riuscirebbe a strumentalizzarlo, perché Don Giussani non è il volantino di nessuno».
Cesana, però, ci tiene a confermare la sua «stima sincera» per Berlusconi. Anche se, fa sapere, da Cl non verrà a Forza Italia nessun aiuto per la costituzione dei circoli della libertà. «Non rientrano nei nostri scopi quindi noi non li promuoveremo», assicura Cesana, considerando che ciò «non è nel mestiere e nelle funzioni» del movimento che «non appartiene ad alcuno schieramento».
Il leader ciellino non si straccia le vesti per i fischi. Li definisce «una cosa spiacevole, tanto è vero che sono stati subito fermati». E aggiunge: «Sono una manifestazione dell'incattivirsi del generale clima politico-culturale». In ogni caso, dice Cesana, il Meeting resta luogo di incontro: «Vorrei vedere un altro posto - rivendica - dove persone che la pensano diversamente vengono ascoltate così come avviene da noi».
Finito il Meeting della ragione, il prossimo anno a Rimini si parlerà di verità e destino.
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