Il clan degli slavi allontanato dal campo nomadi

Abbattute decine di baracche nel campo nomadi regolare di via Candoni alla Magliana. Ieri mattina una task force di cinquanta agenti della municipale, comandati da Antonio Di Maggio, insieme ai vigili urbani del XV Gruppo, hanno cancellato con le ruspe messe a disposizione dal Campidoglio, alcune bicocche, che erano state assegnate a sette nuclei familiari. Il provvedimento è scattato perchè si ritiene che questi stranieri facciano parte di un clan, in possesso di autovetture di lusso e di grande cilindrata, la cui provenienza non è chiara.
La decisione è stata emessa dal Dipartimento V del Comune, perchè gli appartenenti alle famiglie mandate via, alle quali erano state assegnate alcune unità abitative nella zona slava del campo (all’interno del quale c’è una seconda zona destinata ad alloggi per romeni) non solo hanno mantenuto un «comportamento scorretto all’interno dell’area», ma hanno anche provocato «danni alle persone e alle abitazioni oltre ad aver costruito senza permesso strutture in legno e in lamiera. Inoltre hanno pesato su questa disposizione le gravi condizioni igienico sanitarie in cui versava l’area slava dell’accampamento, più volte segnalata e contestata ai nomadi da parte dei funzionari del Dipartimento e dagli operatori dell’associazione che si occupa della vigilanza all’interno della zona. Agli slavi era stato dato un ultimatum per l’allontanamento che scadeva oggi (ieri per chi legge, ndr.) per motivi umanitari.

I componenti delle famiglie, inoltre, possiedono terreni e appartamenti nel Lazio e hanno in proprietà molte autovetture, tra queste una Mercedes C200K, una Jeep Chrysler, un’Audi A4 Dk 226 Cg, una Mercedes 190, una Porsche Cayenne oltre a furgoni Volkswagen e Ford Autocaravan e Audi 80.

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