Le malattie non si arrestano alle frontiere. Limmigrazione clandestina è anche un rischio sanitario: decine di migliaia di stranieri residenti a Milano non si sono mai sottoposti a nessun controllo medico. Il 70 per cento, da 30 a 70 mila persone a seconda delle stime.
Una città «sommersa» che vive nellillegalità, che in molti casi alimenta attività criminali, che è dedita al consumo di stupefacenti o alla prostituzione, e che spesso vive anche nel degrado e nella precarietà igienica. Un pericolo per chi vive in queste condizioni, e per chi convive con questa «zona franca della sanità», a contatto con le comunità di immigrati fuori controllo, che spesso dai paesi di origine portano con sé patologie non curate e trascurate: malattie infettive (tubercolosi e salmonellosi), parassiti, lesioni (traumi o mutilazioni rituali), infezioni. Particolare allarme per la tubercolosi.
Per monitorare questa «zona grigia» tre postazioni mobili con medici e mediatori culturali gireranno la città, spostandosi nelle zone più a rischio. Saranno toccate le aree conosciute per la massiccia presenza di prostituzione - come piazza Trento - immigrati - come piazza Tirana - e spaccio.
Un«antenna sanitaria» incaricata di «captare» le situazioni più critiche, con il compito di informare gli extracomunitari, censire la loro situazione sanitaria, sottoporli alle cure dei medici volontari delle associazioni aderenti al Gruppo regionale Immigrazione e salute (Gris), messe «in rete» dal Comune.
Nelle prime sette uscite (Duomo, stazione centrale e altre cinque punti critici) dall11 al 20 giugno, medici e mediatori culturali hanno stabilito 115 contatti (distribuzione di opuscoli sulle malattie più diffuse fra la popolazione immigrata) e svolto 71 colloqui (con schede compilate).
I casi urgenti saranno indirizzati alle strutture del servizio sanitario nazionale, che deve prendersi in carico le persone bisognose di cure urgenti, e seguirle in un percorso di recupero. «La regolamentazione dellimmigrazione e la sicurezza sono profili importanti che spettano ad altri soggetti, noi dobbiamo realisticamente occuparci di governare questo fenomeno riducendo i rischi per gli immigrati e per i cittadini» ha detto lassessore Giampaolo Landi di Chiavenna, che ha curato il progetto con la collega Mariolina Moioli: «Lintegrazione passa assolutamente dalle condizioni igienico-sanitarie» ha detto lassessore al Sociale.
Sarà redatta una mappa delle patologie esistenti, anche in relazioni ai problemi sociali, e una raccolta dati per stabilire quali siano le patologie più diffuse.
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