Alberto Toscano
da Parigi
«Li riporteremo nei Paesi dorigine perché non è accettabile una situazione come quella verificatasi fino a tre anni fa al centro daccoglienza di Sangatte», ha detto ieri allAssemblea nazionale il ministro dellInterno francese Nicolas Sarkozy nel ribadire la sua linea dura di fronte allimmigrazione clandestina: espulsione, punto e basta. Sarkozy ha risposto alle domande dei deputati, che hanno voluto sapere qualcosa in più del suo recentissimo viaggio nellarea settentrionale di Sangatte, dove si trovava fino a fine 2002 un centro per immigrati, gestito dalla Croce rossa e aperto ai clandestini di mezzo mondo. Quasi 70mila immigrati sono transitati per Sangatte tra il 1999 e il 2002.
Soprattutto curdi e afghani si sono accalcati in quei capannoni, che godevano di una sorta di extraterritorialità e che sono stati resi strategici dalla loro vicinanza allimbocco francese del tunnel sotto la Manica. Il vero obiettivo di quel flusso di immigrazione irregolare, che transita in parte per la penisola italiana, è infatti costituito dalla Gran Bretagna, dove la crescita economica e le speranze di lavoro costituiscono una calamita. Adesso gli immigrati clandestini, senza più centri daccoglienza, gravitano attorno a Calais nella speranza di saltare il fosso, ossia la Manica, verso il presunto eden di Tony Blair.
«Mai più Sangatte!», è la linea di Sarkozy, che non intende favorire sottobanco - come avevano fatto i suoi predecessori - il transito dei clandestini verso la Gran Bretagna, ma che vuole al contrario rimandarli in charter nei loro Paesi dorigine. «Noi - ha dichiarato ieri in Parlamento il ministro dellInterno - ricondurremo a casa gli immigrati clandestini siano essi afghani, iracheni o somali. Agiremo così perché è giusto far tornare stematicamente indietro coloro che non dispongono di documenti in regola per rimanere in Francia. Lo faremo nella regione di Calais con afghani, iracheni, somali. Lo faremo anche altrove se sarà necessario».
Sempre ieri allAssemblea nazionale il ministro dellInterno ha accennato al suo disegno di legge destinato a rafforzare la lotta al terrorismo. Stamane il testo in questione sarà esaminato dal Consiglio dei ministri, che si riunisce allEliseo sotto la presidenza di Jacques Chirac. «Ognuno - ha detto Sarkozy - si assumerà le proprie responsabilità, ma la nostra è quella di difendere i francesi da un eventuale attacco terroristico». La futura legge riprende alcune misure che sono scattate in questi anni in vari Paesi europei a seguito degli attentati di New York, Madrid e Londra. Aumenterà la vigilanza su tutti i punti internet aperti al pubblico. Quanto agli schedari amministrativi, il loro grado di riservatezza è destinato a diminuire di fronte allazione di intelligence della task-force nazionale antiterrorismo. Le pene per i membri e soprattutto per i responsabili di organizzazioni terroristiche verranno inasprite. Le intercettazioni telefoniche dellantiterrorismo saranno più frequenti.
Intanto i francesi sono perplessi per una decisione del Tribunale amministrativo di Cergy-Pontoise, nella regione parigina, che ha dato torto al comune di Montreuil, situato sempre nella stessa zona, che aveva proibito una sfilata di moda islamica.
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