Clic d’autore, foto-sculture al femminile

Nella mostra «Più nudo» gli scatti in bianco e nero di Ewa-Mari Johansson, svedese di scuola americana esaltano la sensualità e l’astrazione

Barbara Silbe

Pittura, scultura e architettura, insieme. Tutto in una foto. Tutto tra ombre e forme, ottenute con inquadrature ravvicinate del corpo femminile. Non possiamo definirli nudi in senso stretto. Sono, piuttosto, elaborazioni precise in cerca di dettagli e movenze che diventano astratte.
L’autrice di queste immagini è Ewa-Mari Johansson, svedese formatasi negli Stati Uniti che lavora per diverse testate di moda (Vogue, Amica, Harper’s Bazar, Elle) e che ha già esposto più volte in Italia. Anche alla Galleria 70 di via Moscova, che raccoglie 21 delle sue opere fino al 13 maggio, era già stata allestita una sua personale nel 2004. Mentre allora si trattava di corpi femminili perfettamente riconoscibili e ridipinti con forme geometriche che ne esaltavano gli equilibri estetici, questa volta le inquadrature sono a ridosso del soggetto, mancano i confini e i rapporti con lo spazio, manca perfino il riconoscimento anatomico. Come allora però, nella mostra in corso dal titolo «Più nudo», abbiamo a che fare con il bianco e nero, che accentua l’ordine e la sensualità e l’astrazione. Si avverte, osservando queste fotografie, una sorta di smarrimento, una vertigine che rende necessaria maggiore concentrazione. Appare un braccio, un seno, un ginocchio in evidenza, o gambe e gomiti intrecciati fino a formare uno strano ondeggiare. Sembrano muoversi, queste opere, come le dune di un deserto immaginario, come i pensieri, evanescenti eppure tanto intensi da stordire. Si potrebbe proseguire con numerosi termini di paragone, per spiegare Ewa-Mari Johansson, ma si toglierebbe forse qualcosa all’immaginario di chi osserva.
E ad ascoltarci parlare, questa donna statuaria, bionde trecce, occhi armoniosi, lei che osserva l’universo femminile senza l’aggressività, l’estasi e il desiderio di possesso che avrebbe invece un uomo, lei, dicevamo, sorriderebbe divertita. Perché in fondo, pur essendo fotografa, scultrice, coreografa e architetto, con la sua arte tende a semplificare, a concentrarsi sull’armonia, sulla metafisica, sulla bellezza, esatta come una formula matematica.


Le opere esposte, tutte realizzate tra il 2004 e il 2005, sono tirate ciascuna in cinque esemplari numerati e firmati e sono in vendita. La Galleria 70 di via Moscova 27 è aperta con ingresso libero dalle 10 alle 13.30 e dalle 16 alle 19.30; chiuso domenica e lunedì. Per tutte le informazioni, tel. 02.6597809.

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