Clima, il "pacchetto" della discordia

Il piano Ue per stabilizzare i cambiamenti climatici, proposto dalla Commissione europea, si articola in tre delibere: entro il 2020 abbattere le emissioni di gas serra del 20% e i consumi energetici del 20%

Clima, il "pacchetto" della discordia

Bruxelles - Il piano Ue per stabilizzare i cambiamenti climatici, proposto dalla Commissione europea, si articola in tre delibere: entro il 2020 abbattere le emissioni di gas serra del 20 per cento e i consumi energetici del 20 per cento, portare al 20 per cento il consumo energetico da fonti rinnovabili (per questo è noto come piano del 20-20-20), includendo una quota del 10 per cento di biocarburanti per il settore dei trasporti.

AGGIORNAMENTO ED ESTENSIONE dell’attuale sistema di scambio delle quote di emissioni (ETS) - che risale al 2005 - a tutti i principali inquinatori industriali, come le centrali elettriche e altri gas ad effetto serra, come il protossido di azoto (che si trova nei fertilizzanti) e i perfluorocarburi (nell’alluminio).

RIDUZIONE DELLE EMISSIONI per i settori che non rientrano nel sistema ETS, come trasporti, edilizia, agricoltura. - Assegnazione a ogni Paese di un obiettivo nazionale nel quadro di una ripartizione equa. - Fissazione di un obiettivo giuridicamente vincolante per ciascun Paese con riguardo all’aumento delle energie rinnovabili.

CREAZIONE DI UN NUOVO QUADRO GIURIDICO per la cattura e lo stoccaggio sotterraneo di CO2, per incoraggiare investimenti in questo processo costoso. Nella trattativa sulle tre delibere sta entrando anche quella sulla riduzione del CO2 per le automobili, che finora ha seguito un percorso proprio.

LA COMMISSIONE UE PER L’AMBIENTE il 25 settembre deliberò sui tagli: arrivare a 130 grammi per chilometro entro il 2012 e a 95 grammi a chilometro entro il 2020. Il punto più spinoso riguarda il sistema di calcolo delle multe. A regime è prevista una fascia di tolleranza fino a 3 grammi con multe ridotte a 25 euro. Oltre i 3 grammi si applica una multa di 95 euro per grammo.

Ipotizzando per la Fiat 1,5 milioni di vetture vendute (perchè il calcolo si applica a tutto il parco macchine), e uno sforamento di 5 grammi, la multa sarebbe di 380 milioni di euro l’anno. La partita è complessa e si gioca anche sulle quote di CO2 acquistabili da Paesi più virtuosi, e molti temono speculazioni.

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