Alessia Marani
Clochard romeno massacrato a calci e pugni, abbandonato morente accanto a quel giaciglio sommerso dalla sporcizia che ormai da un po di tempo lo ospitava a Roma, in un campo incolto tra i palazzoni di largo Preneste e la campagna attorno alla stazione ferroviaria Prenestina. I carabinieri di Piazza Dante lhanno trovato ormai senza vita verso le 2,30 dellaltra notte dopo che un anonimo ne aveva segnalata la presenza al 112. Probabilmente a chiamare il numero demergenza è stato un altro straniero, anche lui barbone, forse uno degli stessi che per tutta la giornata di ieri è stato preso a verbale dagli inquirenti che, adesso, lavorano per identificare lassassino.
Una cosa pare certa: a scatenare la furia omicida contro Ivan M., 42 anni, clandestino da un paio di anni in Italia, una lite degenerata in tragedia. «Secondo quanto riscontrato anche dal medico legale - spiega, infatti, il maggiore Ubaldo Del Monaco - per uccidere il romeno non sono state utilizzate armi. I colpi mortali sono stati sferrati a mani nude soprattutto contro il capo del poveretto. Quello che supponiamo è che tra disperati, molto probabilmente ubriachi, a un certo punto sia scoppiata una discussione furibonda, magari per futili motivi, che poi si è trasformata in una terribile esecuzione. Per uccidere Ivan M., il cui fisico era già debilitato dallalcool, daltronde, non deve esserci voluto troppo». Non solo. Stando sempre al necroscopo, il decesso di Ivan M. risalirebbe a circa 12 ore prima del rinvenimento del cadavere. Luomo sarebbe stato quindi aggredito e lasciato morire agonizzante, senza che nessuno lo soccorresse, fino alla chiamata giunta ai carabinieri.
Fino alla tarda serata di ieri, dunque, gli inquirenti hanno ascoltato altri stranieri e senzatetto habitué dellaccampamento urbano allangolo tra via Pisoniano e via Rocca dArce. È qui, sotto un albero, immerso tra immondizie e cartoni, disteso sopra una brandina di fortuna che i militari hanno trovato il corpo di Ivan privo di vita.
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