Clonavano i bancomat: finiscono in manette due informatici bulgari

Potrebbero far parte di un’organizzazione specializzata i due periti informatici bulgari trentenni arrestati venerdì sera dai carabinieri del radiomobile di Milano e accusati di clonazione di sistemi informatici allo scopo di utilizzare fraudolentemente i bancomat. Una grossa banda - sospettano i militari - che si servirebbe di giovani adepti, tutti «puliti» o quasi, facili da spostare in giro per l’Europa.
I due sono stati sorpresi casualmente durante un servizio preventivo dell’Arma intorno a piazzale Cuoco (zona Vittoria). I carabinieri in pattuglia si sono insospettiti perché, alla vista della loro auto, i due giovani uomini hanno cercato di scappare in fretta e furia a bordo di una Fiat Panda, dopo essersi liberati di un involucro. Che, una volta recuperato, conteneva una piccola telecamera e una delle apparecchiature che i clonatori di carte di credito applicano ai bancomat.
A casa dei due bulgari, residenti in un appartamento di Paullo, i militari hanno trovato altro materiale molto compromettente e che li inchioda alle loro responsabilità. In particolare due computer portatili sui quali c’erano le registrazioni catalogate di immagini registrate con la microcamera e che immortalano persone intente a digitare il codice segreto del loro bancomat agli sportello di diverse agenzie di istituti di credito milanesi. Gli investigatori hanno quindi rinvenuto diverse carte di credito non intestate e, in particolare, un libricino che loro stessi hanno battezzato «libro mastro».

All’interno erano segnati 454 codici segreti sottratti con l’inganno e un elenco prelievi effettuati da gente qualunque ai bancomat di varie banche che ammontavano a 86mila euro. Di denaro, però, nell’abitazione, neanche l’ombra.

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