Alessia Marani
Arrivava persino su dei siluri piazzati da sommozzatori del crimine sullo scafo di navi bananiere la coca dal Sudamerica a Roma. Fiumi di polvere bianca, purissima, stipata in panetti a tenuta stagna, nascosti nei tubi dacciaio fissati alla chiglia con delle staffe bullonate: «Volendo potevano montarne fino a dieci per ogni imbarcazione - spiega il maggiore Giorgio Orecchioni, del Goa, il Gruppo operativo antidroga delle fiamme gialle - trasportando di fatto da un continente allaltro quintali di droga. Parliamo di narcotrafficanti con appoggi, basi e pusher lungo tutto lo Stivale ma che nel cuore della Capitale avevano i loro principali referenti, in grado di finanziare carichi da capogiro col beneplacito dei boss della camorra». Nelloperazione «Daniel» del Nucleo Regionale di Polizia Tributaria del Lazio avviata fin dal 2003 in collaborazione con la squadra mobile di Pescara sono 34 le persone finite alla sbarra, 65 i denunciati, 40 i chili di cocaina sequestrati per un valore di almeno cinque milioni di euro (fino a tre volte tanto una volta tagliata). Gli ultimi 9 arresti mercoledì scorso, tra questi i tre romani, Giorgio C., 66 anni, detto «il vecchio», Daniele F., 35 anni, e la moglie di questultimo R. L., di 39 anni, tutti pregiudicati e ritenuti i coordinatori su piazza dei traffici. A loro disposizione ingenti capitali attraverso cui finanziare i carichi. Come quelli che personalmente era venuto a curare in Italia un noto narcos venezuelano segnalato a Roma dai colleghi antidroga spagnoli ai berretti verdi due anni fa. Da qui il via alle indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia. Indagini che sincrociano presto con quelle già avviate dalla polizia abruzzese che nellultimo anno e mezzo arresta 12 persone e sequestra altrettanti chili di droga. Il Goa effettua blitz anche a Milano, Venezia e Parma. Al porto di Genova scova il siluro da 12 chili di coca piazzato sotto la bananiera ancorata in darsena. «Stupefacente - commenta il tenente colonnello Gaetano Scazzeri - comunque destinato agli acquirenti romani». La droga era di volta in volta la «frutta», le «auto», la «verdura» in arrivo, secondo migliaia di intercettazioni telefoniche captate e trascritte dai «segugi» della Finanza.
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