«Il sindaco deve prendersi le sue responsabilità, la droga a Roma non piove da Marte», afferma il coordinatore regionale di Forza Italia, Francesco Giro. «Da consigliere comunale ho presentato numerosi emendamenti in aula Giulio Cesare per potenziare le comunità di recupero, ma inutilmente», aggiunge leuroparlamentare Antonio Tajani. La polvere di cocaina, rilevata dal Cnr nelle brezze di ponentino che spirano a Roma, è stata ieri al centro di una conferenza stampa di Forza Italia.
Per gli azzurri la diffusione di droga a Roma è frutto della mancanza di controlli, dellapprossimazione amministrativa e del clima di ricatto politico della sinistra estrema. La stessa che al governo vuole fare piazza pulita della legge Fini-Giovanardi. «Quanto abbiamo appreso dal Cnr - afferma Giro - dimostra che Silvio Berlusconi aveva ragione a lanciare lallarme: Roma è la capitale della cocaina aveva detto a febbraio. In risposta ha ricevuto solo battute sgarbate da Veltroni. Ora veniamo a scoprire però che addirittura ci sono particelle di cocaina nellaria di Roma. In centro. Nellaria che respiriamo. La notizia sta facendo il giro del mondo. È in gioco limmagine della città. E Veltroni? Per tutta risposta parla di titoli urlati dai giornali». Giro mostra i quotidiani. Tutti, da Repubblica al Messaggero, hanno lanciato lallarme, con titoli cubitali, da almeno un anno. «Ci sono state inchieste giornalistiche - insiste Giro - In centro ci sono finti circoli culturali, finti pub, dove la cocaina attira giovani e giovanissimi. Non si può nascondere la realtà, quello della droga a Roma è un problema sociale di inaudita gravità». «Con Tajani sindaco nel 2001 - insiste Giro - non si sarebbe arrivati alla situazione odierna. Ci sarebbe stata una politica condivisa sulla sicurezza, sulla salute e sulla droga. Oggi invece è impossibile fare politica sulla sicurezza e di contrasto alla diffusione delle droghe perché esiste una maggioranza variopinta e litigiosa che sotto il ricatto della sinistra estrema propugna lidea della liberalizzazione delle droghe leggere».
Tajani tiene a ribadire un concetto semplice ed elementare: «Il responsabile della salute pubblica a Roma è il sindaco. Se le cose vanno male, la responsabilità è solo di Veltroni». «Nella capitale la cocaina non è una novità - aggiunge Tajani - Lo è la diffusione alle stelle che ha raggiunto oggi. Per di più la cocaina richiama il consumo di alcool, spesso si consuma assieme allhashish. Il Comune dovrebbe potenziare il controllo del territorio con il vigile di quartiere, ma non lo fa. Dovrebbe fare una massiccia campagna di informazione sui pericoli delle droghe, ma non lo fa».
Per il capogruppo al Comune Michele Baldi lagenzia capitolina delle tossicodipendenze è un fallimento: «Occorre sì prevenzione, ma anche repressione, chiudere i centri dove si fa uso di droghe. E fare i test anti-droga, rendendoli obbligatori per tutti coloro che operano in strutture pubbliche, a cominciare dai politici».
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