Si firma «Anna Massone, Presidente Codacons Liguria», ma il documento che sigla si intitola «Per il Codacons troppe idee confuse». Chiamiamolo atto daccusa, «denuncia di uno scandalo», comunque sia il comunicato datato 25 gennaio è destinato a far parlare, o quantomeno a riaprire lannosa querelle sulla carica di referente regionale del Condacons ricoperta da due persone diverse (lavvocato Diana Barrui e la stessa Massone), con due sedi diverse, in Liguria. In realtà della questione se ne stanno già occupando i tribunali e gli uffici competenti. «Diana Barrui continua a presentarsi a nome del Codacons Liguria e perciò è stata da me querelata e diffidata», dice Anna Massone con lennesimo comunicato datato domenica 29 gennaio. Beghe interne? Nemmeno per sogno perchè il coordinamento di associazioni per la tutela dellambiente dei diritti di utenti e consumatori adesso è finito proprio nel mirino della Massone.
«Il condacons è associazione per la tutela dei consumatori, associazione di volontariato senza fini di lucro ma per il Codacons o.n.l.u.s creare una nuova sede territoriale equivale a creare posti di lavoro, dove i soci diventano clienti». Poi laccusa più grave della Massone: «Il Codacons che non persegue fini di lucro, persegue i fondi dellAntitrust al punto di forzare la legge; se lassociazione non ha i requisiti richiesti. Abbiamo contattato soci solo di nome e non di fatto che dichiarano di non essersi mai iscritti nè tanto meno di aver pagato i 50 euro». E ancora: «Il Codacons predica bene e razzola male visto che si dice che verranno assistiti gratuitamente i danneggiati dal farmaco Vioxx, ma dal risarcimento va sottratto il 50 per cento che finisce allo stadio legale e al Codacons nazionale». Insomma il Codacons, secondo quanto riporta la dicitura sui documenti, si attacca da solo, chiamando in causa anche la Barrui: «A Deiva non sono riuscita ad illustrare le iniziative che i nostri legali avrebbero messo in atto contro il caro-acqua perchè la Barrui ha chiesto lintervento di agenti della Guardia di Finanza per impedirmi di prendere la parola». E Diana Barrui? Qui arriva il primo colpo di scena: «La Guardia di Finanza non è stata chiamata da me ma si trovava già sul posto e hanno preferito allontanare la Massone dopo aver compiuto opportune verifiche. La stessa verifica è stata fatta il giorno dopo dai Carabinieri, chiamati invece dalla stessa Massone. Fortunatamente avevo dietro la lettera con la mia nomina». Questo è il testo inviato alle forze dellordine direttamente da Roma e firmato dallavvocato Romana DAmbrosio, coordinatrice nazionale: «Spett.le Commando Carabinieri Deiva Marina in relazione all'episodio che ha riguardato la nostra associazione, vi confermiamo che il rappresentante per la Liguria attuale del Codacons è solo ed esclusivamente l'avv. Diana Barrui in forza di nomina da parte del commissario straordinario. Infatti, la sig,ra Anna Massone non ha più alcuna carica a seguito del commissariamento disposto dal cdp dell'associazione nell'esercizio dei poteri del C.E. ad esso spettante in forza dell'art. 9 dello statuto.
Nel frattempo la Massone va avanti per la sua strada. Fatta anche di denunce per il Codacons, che, secondo quanto afferma, dovrebbe essere rappresentato da lei.
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