Roma

Code all’alba e attese infinite: l’odissea negli uffici dell’Atac

Semplici operazioni come il rinnovo di un permesso per la Ztl richiedono spesso un’intera giornata di tempo

Dovete chiedere un permesso Ztl, di sosta o per disabili? Bene, allora sappiate che oltre a tutta la documentazione necessaria per inoltrare la domanda, sarebbe opportuno portare con voi un thermos di camomilla pieno fino all’orlo, qualcosa da mangiare, un libro o un paio di quotidiani da leggere, indossare abiti leggeri e comodi, cancellare gli appuntamenti della giornata e soprattutto armarvi di una spropositata dose di pazienza. Non si tratta di un’esagerazione, ma solo di un buon consiglio che chiunque, dopo essere salito al primo piano di via Ostiense 131L, sarà in grado di apprezzare. Negli uffici dell’Atac che gestiscono le pratiche, infatti, ogni mattina va in scena il caos: anche se l’orario di apertura è fissato per le 9, già alle 6.30 alcuni coraggiosi si accalcano davanti all’ingresso nella speranza di essere i primi della fila. Passano 45 minuti e la situazione si complica notevolmente: «Sono arrivato alle 6.40 - spiega Eugenio - ma sono solo il settimo. Qui funziona tutto con l’autogestione, per merito della buona volontà dei cittadini, altrimenti scoppierebbe una rissa dietro l’altra. C’è sempre qualcuno che si incarica di distribuire dei pezzetti di carta per stabilire l’ordine con cui prendere i numeri ufficiali quando vengono aperte le porte».
Ore 8.30: sono ormai più di cento le persone stipate in uno spazio angusto, un pianerottolo dove la temperatura è salita terribilmente, la maggior parte dei cellulari non trova più la rete e ci si muove solo a spintoni. Intanto, lungo le scale che portano al primo piano, ha preso vita un serpentone di gente in attesa che provoca evidenti violazioni alle norme di sicurezza e sbarra la strada a chi deve accedere ai piani superiori. Il problema più grosso è però un altro: spesso non basta una sola visita agli uffici per vedere accolta la propria domanda. «Vivo da sempre nel centro storico e avevo bisogno di un permesso per le mie due auto - racconta Daniele, architetto di 50 anni, visibilmente sudato -. La prima volta non sono riuscito nemmeno a entrare a causa della fila; la seconda, dopo quattro ore di attesa, l’impiegato mi ha liquidato in meno di un minuto dicendo che per completare il tutto serviva una delega firmata da mia moglie. Oggi sono qui dalle 7: spero di farcela, ma ho dovuto annullare tutti i miei appuntamenti di lavoro nei cantieri. In tutto ho perso tre giorni».
A complicare e di molto la situazione, poi, sono stati i cambiamenti voluti dal Comune per la Ztl ed entrati in vigore a gennaio: «Sono qui - chiarisce Tiziana - per adeguare un permesso che già avevo. Mi illudevo che me lo avrebbero recapitato direttamente a casa, ma evidentemente mi sbagliavo. E intanto ho preso anche tre multe».
Mantenere la calma nell’attesa non è facile e qualcuno a volte perde la testa: un ragazzo ricorda che qualche giorno prima un signore che aveva iniziato a sbraitare verso gli impiegati è stato accompagnato di forza fuori dall’edificio. Non è andata meglio al solito “furbetto” che ha provato a saltare la fila con un pretesto e ha rischiato il linciaggio da parte dei presenti. Rimane da chiedersi perché l’Atac non faccia nulla per risolvere una situazione che avviene sotto i suoi occhi, nella sua stessa sede. «Se ne fregano - è il commento lapidario di Asia - questa settimana hanno anche deciso di sospendere la distribuzione dei numeretti alle 13, nonostante gli uffici chiudano alle 17.

Tanto ad aspettare siamo noi, mica loro».

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