Politica

Cofferati assediato in Comune: «Fascista»

La giunta ormai è sull’orlo della crisi. I Ds al Prc: decidete da che parte stare

Claudia B. Solimei

da Bologna

Studenti dei collettivi caricati per due volte e presi a manganellate dai carabinieri in piazza Maggiore a Bologna, davanti al portone del Comune. Ma non era il '77, anche se ieri tra i manifestanti c’era anche Franco «Bifo» Berardi, storico leader delle proteste studentesche di quegli anni e ancora oggi anima della sinistra radicale in città, ma anche grande deluso del sindaco. Era infatti la Bologna di oggi, guidata da Sergio Cofferati, l'obiettivo della protesta organizzata e annunciata da sabato che voleva arrivare fino in Consiglio comunale. Dopo gli scontri, il sindaco, la cui battaglia a sinistra sulla legalità si fa sempre più difficile, ha voluto chiamare in causa il segretario nazionale di Rifondazione comunista, che aveva annunciato una mobilitazione contro la sua svolta: «Cosa aveva detto Bertinotti?» si è chiesto ad alta voce, lasciando intendere che gli scontri di ieri a Bologna siano stati una trappola preparata a tavolino per metterlo in difficoltà. Solidale con il sindaco la Margherita bolognese e gran parte della giunta, ma non l'assessore del Prc.
I manifestanti, oltre duecento persone provenienti dalle facoltà universitarie occupate contro la riforma Moratti e dai collettivi che occupano gli immobili, volevano entrare in Comune per parlare delle politiche sulla casa, ma al loro arrivo hanno trovato un cordone di forze dell'ordine. Nelle cariche, scattate quando hanno tentato di forzare il blocco, si sono contati quattro feriti lievi. Anche tre carabinieri sono stati medicati. Sul selciato, alcune macchie di sangue. Colpito anche il segretario provinciale di Rifondazione comunista, Tiziano Loreti, che stava cercando di trattare ed è stato sorpreso dalla seconda carica, finendo in ospedale: «Avevo la mani alzate, come tutti, poi mi hanno colpito e sono svenuto».
«Cofferati vieni giù», «Bologna rossa di vergogna» avevano intonato i manifestanti che alla fine sono riusciti a entrare nel cortile di palazzo d'Accursio. Duro l'attacco del deputato e coordinatore nazionale dei Verdi Paolo Cento, vicino ai no global e presente in piazza: «L'avere blindato il Comune di fronte a una manifestazione del genere - ha dichiarato - è una scelta che rischia di riportare il confronto indietro di anni. Ormai questa città è un caso nazionale».
Di diverso avviso Cofferati, che per tutto il tempo è rimasto dentro al Comune: «Nonostante mi abbiano dato del fascista li avrei ascoltati. Evidentemente non erano interessati a parlare» ha detto in serata. Gli studenti, infatti, si sono rifiutati di inviare una delegazione.
Alla tensione della piazza ha fatto eco, in un Consiglio comunale sospeso mezz'ora per far tornare la calma nella piazza, la nuova spaccatura della maggioranza sugli sgomberi, sancita dalle parole del capogruppo dei Ds, Claudio Merighi: «È tempo di decidere da che parte stare, lo dico ai compagni del gruppo di Rifondazione comunista», ha dichiarato il numero uno della Quercia in Comune in vista del documento-ultimatum sulla legalità che il Cinese porterà il 2 novembre in giunta. I Ds, sempre con l'intervento di Merighi, hanno anche contestato la linea tenuta dal Prc negli ultimi anni sull'immigrazione.
Cofferati, nonostante gli scontri in piazza e la tensione politica in aula, non si è spostato dalle sue posizioni: ha accusato chi lo ha criticato di «approssimazione e di scarsa conoscenza delle leggi», ha ricordato che queste vanno rispettate, tutte, compresa la Bossi-Fini, ha ribadito che solo la legalità porta alla solidarietà e ha annunciato che il campo allestito a Santa Caterina di Quarto, nella prima periferia della città, ospiterà le famiglie e i romeni regolari che saranno sgomberati dalle baracche del Lungoreno. Nel corso della seduta, è stato investito da una raffica di domande e richieste di chiarimenti sugli ultimi fatti, sia da parte dell'opposizione, con An che ha ribadito di essere pronta a votare a favore dell'ordine del giorno sulla legalità, sia della maggioranza.
Gli scontri di ieri, soprattutto per Rifondazione, non fanno che aggravare la crisi nell'Unione: il consigliere comunale indipendente del Prc, Valerio Monteventi, ha già dichiarato conclusa la sua esperienza con il centrosinistra: «Non mi rendo complice di queste cose» ha detto a caldo.

I partiti della maggioranza si incontreranno questa sera nella sede dei Ds per cercare ancora una mediazione in attesa di leggere il documento di Cofferati.

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