Cofferati mette in regola gli immigrati clandestini

Claudia B. Solimei

da Bologna

Archiviata la battaglia sulla legalità, ieri Sergio Cofferati ha aperto un nuovo fronte di azione, ma questa volta tutt’altro che sgradito ai partiti della sinistra radicale dell’Unione: il sindaco di Bologna ha annunciato di avere aiutato già 13 immigrati irregolari lavoratori in nero a emergere dalla loro clandestinità. In cambio, gli extracomunitari hanno denunciato i loro sfruttatori.
Del resto, il sindaco-sceriffo lo sta ripetendo da mesi: i clandestini vengano in Comune a fare denuncia contro caporali e imprenditori e saranno aiutati dal primo cittadino. Detto fatto, ed è questa la novità: un clandestino si reca direttamente in municipio, certo non solo di non essere denunciato ed espulso, ma di avere buone speranze di essere regolarizzato.
Pare che l’idea sia venuta al vicesindaco Adriana Scaramuzzino, magistrato del tribunale dei minori con una ottima conoscenza della legge. Il suggerimento è stato accolto con entusiasmo da Cofferati, in cerca di una scappatoia tra la sua stretta legalitaria e le critiche piovutegli addosso da Rifondazione e Verdi. L’appiglio, brandito dal sindaco in chiave di critica alla legge Bossi-Fini sull’immigrazione, è l’articolo 18 introdotto dalla precedente Turco-Napolitano, che prevede la possibilità di concedere un permesso di soggiorno temporaneo per motivi di protezione sociale allo straniero che denuncia e aiuta a identificare i propri sfruttatori.
Il passaggio era stato pensato per le prostitute e per loro, a oggi, è stato usato in decine di indagini che hanno permesso di salvare molte donne finite sul marciapiede contro la loro volontà. Ora a Bologna si sta tentando una nuova strada che possa ampliare le fattispecie di reato a cui applicare il concetto di protezione sociale e la concessione del relativo permesso di soggiorno. La Procura della Repubblica di Bologna, in sinergia con il Comune, ha già aperto diversi fascicoli relativi alle posizioni dei clandestini reo-confessi. Ma la giurisprudenza è complessa e non è detto, come fanno capire gli stessi inquirenti, che si trovi la quadra di questa nuova interpretazione dell’articolo della legge.


Per ora, c’è chiara soltanto la presa di posizione netta di Cofferati: «Per 13 lavoratori clandestini ho attivato la richiesta di regolarizzazione temporanea prevista». E infine un appello: «Sarebbe utile - ha detto il sindaco - se le associazioni di volontariato o le organizzazioni sindacali informassero su questa possibilità».

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